Cina, oltre la sorveglianza: al via sistema di credito sociale

[Traduzione a cura di Davide Galati, dall’articolo originale di Oiwan Lam pubblicato su Global Voices Advocacy]

East Nanjing Road, Shanghai. La trafficata strada pedonale è piena di turisti, artisti della truffa, famiglie, prostitute, venditori, stranieri, mendicanti, ladri e fotografi. Foto di William via Flickr (CC BY-ND 2.0)
East Nanjing Road, Shanghai. La trafficata strada pedonale è piena di turisti, artisti della truffa, famiglie, prostitute, venditori, stranieri, mendicanti, ladri e fotografi. Foto di William via Flickr (CC BY-ND 2.0)

La Cina è in procinto di lanciare un sistema nazionale di valutazione dei cittadini destinato a misurarne l’affidabilità agli occhi del governo.

Attraverso una combinazione dei dati finanziari, di quelli relativi agli acquisti effettuati online, del comportamento sui social media e dei dati relativi alla storia lavorativa, il sistema produrrà uno scoring complessivo di misurazione del “credito sociale” per ogni cittadino cinese. A differenza dei sistemi di credit scoring tradizionalmente utilizzati nei sistemi finanziari, che utilizzano i dati finanziari degli individui per determinarne la solvibilità e stabilire l’ammissibilità e le condizioni di un prestito, il modello cinese va ben oltre il profilo finanziario della persona.

Secondo il documento del governo intitolato “Pianificazione per la Costruzione di un Sistema di Credito Sociale”, [diffuso nel 2014 e relativo al periodo 2014-2020, NdT] il sistema ha lo scopo di misurare e migliorare la “fiducia” (誠信) tra governo, settori commerciali e cittadini, e di “rafforzare la sincerità negli affari del governo, nel commercio, nelle relazioni sociali e per il miglioramento della credibilità giudiziaria.”

[youtube]https://youtu.be/lHcTKWiZ8sI[/youtube]

Il governo cinese ha iniziato a sperimentare il sistema autorizzando un certo numero di agenzie di servizi del credito a raccogliere, valutare e gestire le informazioni di credito dei cittadini. Tra queste agenzie ce n’è una che si chiama Anti Financial (affiliata con Alibaba), che ha introdotto il sistema attraverso un’applicazione pilota in forma di gioco chiamata Sesame Credit.

Sesame Credit misura la “bontà” complessiva di una persona come cittadino, e incoraggia gli utenti a condividere i propri punteggi con gli amici. Il punteggio (score) viene aggiornato ogni mese in base alle attività online del soggetto valutato, a condizione che siano condotte attraverso le piattaforme e i servizi di Alibaba.

Il video che abbiamo pubblicato, diffuso in maniera virale alla fine di dicembre, descrive il gioco come una “distopia orwelliana”.

Dal momento che le autorità cinesi hanno rilasciato le prime bozze di progetto del sistema nel 2014, si sono già succeduti diversi articoli e storie relativi al nuovo sistema, alcune delle quali più affidabili di altre. La recente vasta copertura giornalistica e le relative controversie hanno ispirato il team di Global Voices China a sviluppare una serie di Frequently Asked Questions sul sistema di credito sociale.

Come fanno le agenzie di servizi del credito a calcolare lo scoring di un individuo?

Le diverse agenzie hanno sviluppato algoritmi proprietari per il calcolo del credito sociale. Secondo la spiegazione ufficiale di Sesame Credit, il punteggio si basa su dati personali tra cui:

  • status sociale, come l’istruzione o il profilo professionale
  • storia del credito, generata da Alipay o da altri database finanziari di collaboratori o enti affiliati ad Alibaba
  • capacità di soddisfare un contratto, ovvero dati finanziari sulla liquidità posseduta, azioni o investimenti
  • connessioni sociali, o il punteggio di credito dei propri collegamenti sociali o amici in Rete
  • modelli di comportamento basati sul consumo online e altre attività

Quale tipo di attività comportino la riduzione del credito non è stato precisamente reso noto. Ma i principali portali di contenuti online, come Weibo, hanno diffuso una lista nera degli utenti che riportano termini quali truffe o “rumors”, quest’ultimo spesso usato per identificare critica politica. Questo ha generato la diffusa preoccupazione che la distribuzione di contenuti politicamente sensibili possa tradursi in un punteggio di credito sociale inferiore.

Come fa un individuo a guadagnare credito?

Sulla base della procedura di cui sopra, Sesame Credit offre alcuni suggerimenti per aiutare le persone a migliorare il proprio punteggio:

  • utilizzare i pagamenti online per l’acquisto di servizi costosi, come nel campo della finanza e degli investimenti
  • registrarsi online utilizzando il proprio nome reale ed esporre la propria formazione e il profilo professionale
  • fare amicizia con le persone che hanno alti punteggi di credito sociale e toglierla a quelle con punteggi bassi, in particolare a quelle che online non usano il loro vero nome
  • effettuare donazioni e promuovere “energia positiva” online

Il secondo e terzo suggerimento possono facilmente sconfinare nel territorio politico, in quanto incoraggiano i cittadini a utilizzare online solo le loro identità reali. Utilizzare un alias, per ogni persona con una visione sociale critica o ai fini della segnalazione di notizie sulle attività di governo, è spesso indispensabile per mantenere la propria sicurezza. Il suggerimento finale, relativo alla diffusione di “energia positiva”, strizza l’occhio alle autorità cinesi nello sviluppo di attività di diffusione online di messaggi positivi sul governo e sul partito comunista.

Perché la gente si appassiona al gioco del credito sociale?

Alcuni netizen sono contenti di far vedere alti punteggi di credito ai loro contatti sui social media. A parte questo, un individuo con elevato punteggio di credito sarà promosso alla classe VIP per biglietti, alberghi e servizi di noleggio auto senza dover pagare un deposito in contanti. Altri privilegi comprendono ad esempio l’ottenimento veloce di visti attraverso il sistema di elaborazione delle agenzie di servizi del credito. Ad esempio, se il tuo punteggio su Sesame Credit è superiore a 700, è possibile fare richiesta di un visto di viaggio per Singapore senza documenti giustificativi, come ad esempio una lettera di assunzione. Un punteggio di 750 può far guadagnare un visto rapido per il Lussemburgo.

Quali sono le sanzioni per le persone con bassi punteggi di credito sociale?

Un’idea centrale dietro la gestione del credito sociale è quella di penalizzare le persone valutate inaffidabili. In un’intervista, il responsabile di Sesame Credit Hu Tao ha spiegato che il sistema del credito è destinato a fare in modo che “la gente inaffidabile non possa noleggiare una macchina, prendere in prestito denaro o addirittura non riesca a trovare un lavoro.” Ha anche rivelato come il team di Sesame abbia contattato l’Ufficio per l’Educazione per ottenere la lista degli studenti registrati per aver imbrogliato agli esami nazionali in modo che in futuro paghino per la loro disonestà quando saranno alla ricerca di un posto di lavoro.

Da dove proviene il reddito delle agenzie di gestione del credito?

Le agenzie di gestione del credito sociale genereranno profitti utilizzando i dati dei soggetti per fornirli sia ai governi che ai settori privati di attività.

Le agenzie partner del gigante di Internet Tencent appartengono al settore finanziario. Le società potranno usare i dati personali relativi agli 800 milioni di utenti del software di messaggistica istantanea Tencent QQ e dei 400 miliardi di foto archiviate sulla piattaforma: grazie alle foto potranno sviluppare un database di riconoscimento facciale che aiuterà il settore finanziario a verificare l’identità dei propri clienti. In futuro, tenterà di fornire servizi di riconoscimento facciale e verifica dell’identità alle piattaforme di incontri online o per conferenze ed esami online (ad esempio per gli esami di ammissione universitari nazionali e stranieri).

Quali sono le motivazioni politiche dietro il sistema di credito sociale?

Il sistema di credito sociale non è mirato specificamente ad attivisti o dissidenti – le autorità di pubblica sicurezza hanno già sviluppato un database che monitora amici e parenti dei dissidenti politici – ma trasforma il modello di controllo della stabilità sociale da un approccio basato sulla sorveglianza di obiettivi specifici all’insieme di tutti i cittadini, per premiare (o penalizzare) individui sulla base dell’orientamento politico, dei dati finanziari, dei modelli di consumo e delle connessioni sociali, al fine di coltivare l’autodisciplina del “buon cittadino”.

È anche una risposta alla crisi morale di una società in cui le persone non hanno più fiducia reciproca. Si dice comunemente che la gente in Cina è diventata timorosa di aiutare chi è nel bisogno, per paura di essere ingannata. Inoltre, le truffe commerciali, l’insicurezza alimentare e la corruzione hanno alimentato una crisi morale nella società cinese. Invece di riflettere sul sistema politico-economico che ha portato alla crescita del capitalismo clientelare (che ha avuto il via libera dalle politiche e dalle pratiche di governo), i governanti sono arrivati a sostenere che il problema è radicato nel carattere “scarsamente affidabile” della cultura cinese. Di conseguenza sostengono che il sistema creditizio in Cina dovrebbe riflettere il “guanxi” (rete di relazioni sociali) di una persona, piuttosto che i suoi dati finanziari solamente.

Quando affrontano critiche del tipo “grande fratello”, i leader sostengono che la Cina “ha una storia di valorizzazione dell’armonia molto al di sopra di tutto il resto“. Qui armonia significa “la stabilità complessiva della nazione”: in questo senso, entro tale elaborazione, il sistema di credito sociale è un’innovazione che si rifà alla saggezza orientale piuttosto che alle ideologie occidentali. In ogni caso, i dettagli del progetto che stanno emergendo dimostrano che il sistema di credito sociale della Cina può andare ben oltre lo spettro della sorveglianza di orwelliana memoria.

Davide Galati

Nato professionalmente nell'ambito finanziario e dedicatosi in passato all'economia internazionale, coltiva oggi la sua apertura al mondo attraverso i media digitali. Continua a credere nell'Economia della conoscenza come via di uscita dalla crisi. Co-fondatore ed editor della testata nonché presidente dell’omonima A.P.S.

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