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Cosa accade in Burundi? Capire per evitare un altro genocidio

Museo del Genocidio a Kigali. Alcune foto dei bambini massacrati nei giorni della follia. Foto di DFID pubblicata su Flickr con licenza CC BY-NC-ND 2.0
Museo del Genocidio a Kigali. Alcune foto dei bambini massacrati nei giorni della follia. Foto di DFID pubblicata su Flickr con licenza CC BY-NC-ND 2.0

Il genocidio in Rwanda è stata una delle più grandi tragedie del secolo scorso. In sole tre settimane circa 800.00 Tutsi e Hutu moderati (ma il numero esatto non si saprà mai) furono massacrati perlopiù a colpi di machete e di bastoni. I genocidari erano Hutu aizzati da chi voleva prendere il potere (con la complicità della Francia) e sbarazzarsi “a ogni costo e con ogni mezzo” degli “scarafaggi” come venivano definiti quelli di etnia Tutsi. Nessuno, neanche l’ONU in quei giorni presente nel Paese seppe (e volle) intervenire.  Poi si disse “mai più”. Un appello e una speranza che rischiano di rimanere solo un messaggio vuoto e falso.

Lo dimostra quanto sta accadendo in queste settimane in Burundi – Paese confinante e che in passato ha “nascosto” sia genocidari che vittime – dove l’escalation di violenza e i complessi rapporti tra le due etnie non fanno presagire nulla di buono.

Ne parla ancora poco la stampa internazionale, ma ancor meno quella italiana. Eppure la realtà è lì e il pericolo di “un altro Rwanda” come qualcuno ha detto, non è impossibile.

Un contributo per spezzare il silenzio sulla vicenda è quello di Afrofocus che ha organizzato per il prossimo 21 novembre un incontro a Roma sulla crisi in corso nel Paese.

Dallo scorso luglio dopo l’elezione per il terzo contestato mandato del presidente Pierre Nkuruziza, si stanno susseguendo gravi episodi culminati nelle sparizioni e negli omicidi di oppositori politici.

Le notizie che giungono dal paese indicano il rischio concreto di un’escalation della violenza; mentre lo scorso 4 novembre, il sito di Libération denunciava che nel Paese si stiano creando le premesse per preparare un nuovo genocidio.

Senza voler estremizzare ciò che sta accadendo in Burundi, quest’incontro intende tenere alta l’attenzione per evitare il ripetersi di tragici eventi che nella storia recente hanno segnato la regione dei Grandi Laghi.

All’incontro – moderato da Giulia Raffaelli – saranno presenti Gérard Bambazimana membro dell’Associazione Burandesi d’Italia per la legalità e la società civile; Marco Cochi, giornalista e africanista; Davide Maggiore, giornalista; Astrid Pannullo, giornalista e fotoreporter; Francesca Oresta, analista e Margherite Barankitse, attivista burundese dei diritti umani.

 

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