Meno libertà in tutto il mondo. In Siria la vita peggiore
Repubblica centrafricana, Guinea Equatoriale, Eritrea, Somalia, Sudan, Corea del Nord, Arabia Saudita, Siria, Turkmenistan e Uzbekistan. Sono questi i nove Paesi in cui democrazia e libertà sono a livelli ritenuti del tutto inaccettabili. Dittature, guerre, conflitti civili, leggi restrittive, governi reazionari che applicano anche la tortura: sono le situazioni tipiche di questi territori inseriti nelle posizioni più basse della classifica redatta da Freedom House per il 2015.
Dei 195 Paesi valutati secondo alcuni specifici parametri che stabiliscono il rispetto dei diritti civili e democratici, 89 (vale a dire il 46%) è considerato libero; 55 Paesi (28%) parzialmente liberi e 51 (26%) non libero.
L’analisi di Freedom House evidenza un inquietante aumento dei Paesi che perdono terreno sul piano delle libertà a causa della sorveglianza di Stato, delle restrizioni sull’uso di Internet e sulla libertà personale.
Le situazioni peggiori riguardano la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, seguita dall’Eurasia. La Siria, una dittatura impantanata nella guerra civile e nella divisione etnica e che sta affrontando un’incontrollata prepotenza del terrorismo, si colloca all’ultimo posto e con le valutazioni più negative mai segnalate in questo decennio.
A questo link il Report di Freedom House 2015.