Può il mondo di oggi essere raccontato a fumetti? Graphic News, il primo portale nativo digitale di graphic journalism, crede di sì. E punta a dimostrarlo con una produzione di news disegnate molto innovativa e fruibile online.
Michele Barbolini, uno degli ideatori del progetto, ci illustra le caratteristiche del portale, allargando lo sguardo anche sulle esperienze internazionali online di graphic journalism.
Graphic News è il primo portale nativo digitale di graphic journalism. Vi siete ispirati a qualche analoga esperienza internazionale?
Ci sono, soprattutto all’estero, molte esperienze interessanti che lavorano sul fumetto in digitale. Pensiamo al Professeur Cyclope e alla Revue dessinée in Francia, Symbolia o Cartoon Movement nel mondo anglosassone. Sono tutti esempi molto eterogenei di lavoro sul fumetto, di sperimentazione su diversi formati digitali o sul graphic journalism. Non abbiamo però trovato qualcuno che investa unicamente su questa forma. Noi abbiamo pensato di costruire un sito di informazione interamente a fumetti, e di farlo lavorando sui formati digitali, forse in questo senso siamo i primi, ma non è questa per noi la cosa più importante. Ci sono molte strade ancora da sperimentare, e la Rete favorisce l’incontro, l’ispirazione e la relazione.
Come vi finanziate?
Il progetto è nato grazie al bando culturability del 2014, della Fondazione Unipolis. Il bando prevedeva, in caso di vittoria, il costituirsi in cooperativa. É nata così la nostra cooperativa Pequod della quale Graphic News è ad oggi il progetto principale. Tuttavia fin dalla nostra nascita abbiamo immaginato due linee di sviluppo della nostra attività, da un lato il sito, dall’altro la fornitura di servizi per la comunicazione legati al disegno e all’illustrazione: dalla carta all’animazione video. Dunque da un lato c’è il lavoro di sviluppo del sito, dal quale derivano lavori in ambito editoriale: vendita di contenuti a siti o testate cartacee ad esempio. Dall’altro c’è il lavoro di fornitura servizi per enti, istituzioni, aziende, chiunque scelga di comunicare un messaggio utilizzando, a vari livelli, il linguaggio del fumetto e dell’illustrazione.
Quando partirà la versione anche in inglese?
Manca davvero poco al lancio della versione inglese del sito. È un’idea che nasce fin dalle origini del nostro progetto. L’ambizione è quella di uscire dai confini nazionali sia come pubblico sia come temi trattati e come collaboratori. Arrivare un giorno ad avere disegnatori e nuclei redazionali sparsi per il mondo è una bella sfida. Facciamo un passo alla volta ma sappiamo dove ci piacerebbe arrivare.
In che modo il graphic journalism cambia declinandosi per il web?
Il web consente di sperimentare nuovi formati di lettura, particolarmente efficaci e interessanti, soprattutto per i dispositivi mobili. Solitamente il fumetto circola sul web come trasposizione della carta, noi pensiamo che il digitale offra possibilità ancora in parte da esplorare e vogliamo esplorarle insieme agli autori. Il web inoltre, inutile dirlo, ci consente di raggiungere un pubblico potenzialmente globale.
Qual è il target di riferimento di Graphic News?
Non abbiamo un target specifico. Siamo convinti siano in molti a cercare contenuti originali sul web, soprattutto in un campo come quello dell’informazione dove spesso le notizie tendono a uniformarsi nei media mainstream. Pensiamo che uno spazio come Graphic News possa rivolgersi anche a chi abitualmente non è appassionato di fumetto, ma colga nel nostro modo di fare informazione qualcosa di nuovo ed efficace.
Cercate ancora collaboratori? Le collaborazioni vengono retribuite?
Siamo costantemente alla ricerca di collaboratori. Una nostra pagina sul sito spiega in che modo cerchiamo di lavorare con gli autori. Inizialmente siamo partiti con un nucleo di autori giovani e noi vicini, chiedendo loro di investire insieme a noi nel progetto, regalandoci una storia. Da qui stiamo costruendo un modo per retribuire chi collabora, anche pensando a come siamo strutturati, lavorando cioè con gli autori non solo per il sito ma anche con la cooperativa.
Quale sarà la frequenza di aggiornamento del portale?
Per il momento stiamo riuscendo a mantenere una cadenza settimanale, che è già una cosa piuttosto impegnativa tenendo conto dei tempi di realizzazione che richiedono le nostre storie.
Di recente il settimanale francese Courrier International ha mandato in edicola uno speciale sul graphic journalism. La copertina è stata affidata a Gianluca Costantini, che collabora anche con voi. Quanto il graphic journalism italiano è letto a livello internazionale?
Sinceramente non saprei come rispondere, anche perché non credo che esista un “graphic journalism italiano”. Credo che il caso di Gianluca sia interessante perché i suoi lavori per “Political Comics” sono pensati direttamente per la condivisione sui social e sono anche in inglese. L’idea è di raccontare la realtà ma anche di fare “attivismo” attraverso i disegni. Penso che Gianluca sia molto soddisfatto quando i suoi disegni vengono usati, per esempio, da persone che magari manifestano dall’altro lato del mondo. Mi ricorda molto quando John Lennon scrisse “Give peace a chance” con la speranza che fosse cantata durante le manifestazioni contro la guerra in Vietnam, come poi successe.
Becco Giallo, uno degli editori di punta del graphic journalism italiano, ha tagliato il traguardo dei 10 anni. Un percorso lungo, per un mercato di nicchia come quello del graphic journalism. É maturo il tempo per reinventare il graphic journalism per il web?
Secondo noi è il momento giusto per un progetto come Graphic News. Ci pare che ci sia una ricerca di contenuti nuovi da parte del mondo dell’informazione on line, e ci pare ci sia molto interesse per i contenuti basati sulle immagini. È un po’ difficile capire cosa succederà, perché il giornalismo (sul web e non) attraversa contemporaneamente una rivoluzione per quanto riguarda i linguaggi e una crisi per quanto riguarda la sostenibilità economica.
Gli autori che avete pubblicato fino ad ora sono tutti giovani, se non giovanissimi. É una forma di giornalismo, quello grafico, non frequentato da professionisti più anziani?
In realtà abbiamo da poco pubblicato una storia disegnata da Giuseppe Palumbo, uno dei maestri del fumetto italiano. Ci piacerebbe man mano coinvolgere autori più affermati. Per noi al momento è più semplice lavorare con autori giovani, anche perché molti di loro li conosciamo direttamente, e poi siamo entrambi “agli esordi” (Graphic News esiste da neanche tre mesi): da questo punto di vista stiamo tutti investendo nel progetto. E poi gli autori più giovani spesso sono abituati a lavorare a progetti collettivi – penso a tutte le autoproduzioni che ci sono in questo momento -: è un modo per crescere, per confrontarsi con altri autori e con il pubblico.