Schiavitù minorile, una macchia nera nel Belpaese
Se il fenomeno della schiavitù, a cominciare dalla tratta degli esseri umani, è ancora drammaticamente presente ai nostri tempi, la cosa più inquietante è che il numero dei bambini vittime di questa realtà è ancora eccessivamente alto.
Un minore vittima di tratta è ogni persona al di sotto dei 18 anni che è reclutata, trasportata, trasferita, ospitata o accolta a fine di sfruttamento, sia all’interno che all’esterno di un Paese, anche senza che vi sia stata coercizione, inganno, abuso di potere o altra forma di abuso.
Qualche giorno fa, più di 2.100 persone sono state soccorse a sud di Lampedusa. Molti sono i bambini, insieme a uomini e donne. Il ministro Lupi ha parlato di “orrendo traffico” nel Mediterraneo, ma le parole sdegnate del mondo politico non corrispondono a una politica che eviti o almeno freni queste tragedie.
È dell’inizio di febbraio la notizia della liberazione, a Milano, di 28 ragazze provenienti dalla Romania. Attirate con la promessa di una relazione sentimentale, una volta arrivate venivano costrette a prostituirsi. Erano trattate come “capre”, questo è emerso dai loro racconti. Tra loro almeno 5 erano ancora minorenni quando sono arrivate in Italia.
Vittime di rapimento, ricatto, inganno, fuggite da qualche dittatura o vendute per poco dalle stesse famiglie. Situazioni di estrema povertà, disagio familiare e sociale. Varie vulnerabilità che rendono molti minori vittime di trafficanti e sfruttatori senza scrupoli.
I minori sono usati e abusati. Sfruttamento sessuale e lavorativo. Settore agricolo, edile, industria tessile ed estrattiva; e ancora: raccolta di rifiuti da riciclare, commercio, servizi domestici. Poi guerre (bambini soldato), accattonaggio, adozioni illegali, traffico di organi. E la lista potrebbe continuare.
Il Dossier 2014 dell’organizzazione Save the Children “Piccoli schiavi invisibili – I volti della tratta e dello sfruttamento“, mostra che in Europa il record negativo “di vittime accertate e presunte” spetta proprio all’Italia.
Allarmante è il fatto che nel nostro Paese ci siano circa 340.000 minori tra i 7 e i 15 anni coinvolti in lavoro minorile, con rischio per la salute e la sicurezza, nonché di abbandono scolastico.
Tante sono le gravi e impressionanti situazioni che coinvolgono bambini e adolescenti. Minori originarie dell’Europa dell’Est attirate in Italia e poi sfruttate sessualmente, per lo più di 16-17 anni. Adolescenti rumene, provenienti da Paesi dell’ex-Yugoslavia, o italiane di origine rom vendute come spose e poi costrette a restituire i soldi attraverso furti in appartamenti, borseggi, elemosina o obbligate a prostituirsi. Minori nigeriane adescate con la promessa di un lavoro che poi finiscono anche loro nel circuito della prostituzione. Minori maschi del Bangladesh sfruttati in attività commerciali, o quelli provenienti dall’Europa dell’Est sfruttati in attività illegali come furti e spaccio di stupefacenti. I minori rom vengono anche coinvolti nell’accattonaggio. Di questi, quelli sotto i 14 anni vengono sfruttati in attività più rischiose dal momento che non sono perseguibili penalmente. Coloro che hanno più di 14 anni, invece, sono sfruttati sessualmente. Lo stesso riguarda i minori egiziani che si trovano in condizioni di sfruttamento lavorativo o sessuale.
A volte – come reso noto da ricerche e dossier – questi minori fanno uso o sono costretti a usare farmaci o droghe per far fronte alla fatica insostenibile, al disagio o per prolungare le ore di sfruttamento, tutto ciò con ulteriori conseguenti problemi per la salute e lo sviluppo.
Non sono solo stranieri. Anche minori nostri connazionali sono vittime di sfruttamento lavorativo o sessuale, o coinvolti in attività illecite. Ad esempio lo spaccio o reati contro il patrimonio.
Storie e numeri che non fanno altro che ribadire come la schiavitù minorile sia un fenomeno spesso sommerso, ma di cui si conoscono ormai tutti i retroscena.