Facebook e il rischio di danni alla salute mentale

[Traduzione a cura di Luciana Buttini dall’articolo originale di Katherine Thorson pubblicato su openDemocracy]

Facebook no like, foto tratta da http://www.mummy-tips.com

Negli ultimi dieci anni, Facebook ha aggiunto una nuova dimensione alla vita di oltre un miliardo di persone, e insieme ad altri social network come Twitter e Instagram, ha creato una categoria di legami sociali del tutto nuova. Data la loro popolarità, i social media sono diventati l’argomento di un corpus crescente di ricerche nelle scienze sociali. Per il decimo compleanno di Facebook, ho raccolto dieci scoperte fatte leggendo queste ricerche. Allora, se siete su Facebook, questi studi si riferiscono a voi!

1. Facebook potrebbe aumentare il grado di insoddisfazione nella vostra vita. Gli autori di un recente studio hanno inviato messaggi di testo cinque volte al giorno per due settimane ad alcuni soggetti chiedendo loro un parere sull’uso di Facebook in relazione al loro benessere. La maggior parte delle persone che ha usato Facebook almeno una volta, pensava subito alla volta successiva in cui avrebbero ricevuto messaggi. Durante le due settimane dell’esperimento, quanto più le persone usavano Facebook, tanto più aumentava la loro insoddisfazione verso la vita.

2. Ma dare qualcosa in più attraverso Facebook può aiutare. Se volete usare Facebook senza incontrare questi svantaggi nel vostro benessere, cercate di essere un utente più propositivo. Lo studio ha rivelato, infatti, che le interazioni attive, come lasciare post in bacheca o mettere “mi piace” ai contenuti degli amici, vogliono dire minor solitudine e maggiori rapporti sociali. Invece, utilizzare i contenuti in maniera più passiva, come curiosare attraverso i profili delle altre persone, è associato più alla solitudine e meno ai rapporti sociali.

3. Il vostro profilo può rivelare ansia sociale. La ricerca ha mostrato che oggettivamente alcuni profili sono in relazione con la personalità dell’utenti. Per esempio, la quantità di informazione che le persone pubblicano sui loro profili – come il numero dei programmi televisivi preferiti o gli interessi musicali – è sicuramente legata a una sorta di ansia sociale.

4. Può anche farvi sembrare narcisista. Un altro tratto della personalità associato ai social media è il  narcisismo. In un altro studio in cui le persone hanno giudicato i profili di persone sconosciute, i ricercatori hanno riscontrato che alcuni elementi di un profilo mostravano segni di narcisismo. Per esempio, quanto più le persone apparivano attraenti nelle foto dei loro profili, tanto più gli altri li consideravano come narcisisti. Inoltre, più persone avevano su Facebook interazioni sociali (valutate in base al numero di amici e di post in bacheca), più gli altri li consideravano narcisisti.

5. Siete il vostro profilo. Se qualcuno guardasse il vostro profilo Facebook, potrebbe farsi un’idea di voi che vi corrisponde nella realtà? Una ricerca sostiene di sì: se riscuotete simpatia in base al vostro profilo, lo farete anche in un incontro faccia a faccia. Un criterio che le persone usano per dare questi giudizi è la socievolezza. Lo studio ha dimostrato che più le persone “osservate” erano socialmente espressive, di persona e online, più le persone che visualizzavano la loro pagina web o parlavano con loro le preferivano.

6. Non desiderate troppo i “mi piace”. Quando aggiornate uno stato, quanto rimanete delusi se nessuno mette “mi piace” o lo commenta? Uno studio ha sottolineato che quanto più per le persone è importante ricevere commenti sugli aggiornamenti del loro stato, più queste rivelano bassi livelli di autostima e del senso di appartenenza.

7. Un’eccessiva negatività può nuocere alla vostra condizione sociale. Sebbene le persone con una bassa autostima spesso sono indecise nel pubblicare informazioni su sé stessi agli altri e formare così legami sociali, la ricerca sostiene che ciò è visto su Facebook come uno sfogo sicuro e apprezzato per fare rivelazioni. Purtroppo, però, le persone con una bassa autostima tendono a pubblicare aggiornamenti che sono più negativi di coloro che hanno un’autostima alta. E queste rivelazioni hanno l’effetto contrario: invece di creare legami sociali, fanno in modo che gli altri li “preferiscano” di meno.

8. Paragonarsi agli amici danneggia la felicità. Un amico di Facebook non è sempre qualcuno che avete incontrato di persona. Oltre alle preoccupazioni sulla privacy, la ricerca suggerisce che questo può anche influire sul modo di vedersi rispetto agli altri. Trascorrere il tempo su Facebook può essere associato a pensare che le altre persone siano più felici e vivano meglio di noi, e questo vale soprattutto per coloro che hanno tra i loro amici persone che non hanno mai incontrato personalmente.

9. Facebook influenza il vostro comportamento attraverso i vostri amici. Se il 2 novembre 2010 vi foste collegati su Facebook negli Stati Uniti e in quell’occasione aveste avuto 18 anni o di più, avreste fatto parte di un esperimento sull’influenza che la struttura sociale ha sugli individui. Nel giorno delle elezioni per il congresso americano, Facebook ha mostrato ad alcuni utenti un messaggio nella sezione “Notizie” che li incoraggiava a votare, insieme alle foto dei loro amici virtuali che votavano. Le persone che vedevano il messaggio insieme alle foto degli amici erano più propensi a votare rispetto a coloro che lo vedevano senza le foto.

10. Le persone che abbandonano Facebook fanno i conti con la dipendenza e la privacy. Sebbene il numero degli utenti su Facebook sia ancora in aumento, alcune persone lo hanno abbandonato del tutto. Chi sono le persone che “commettono suicidi di identità virtuale“, secondo la definizione di un giornale? Lo studio su coloro che abbandonano Facebook ha rivelato che tali persone sono quelle che si sentono più dipendenti da Internet rispetto agli altri utenti. Vale a dire: la relazione che hanno con la Rete incide sulla loro vita quotidiana, la vita sociale, il rendimento, il sonno e persino i sentimenti. Ma, tra le persone che abbandonano Facebook, ci sono anche molti che sono più prudenti sulla loro privacy. Infatti, il 48% delle persone coinvolte nello studio ha affermato che le preoccupazioni relative alla privacy sono state la ragione principale per chiudere il proprio account.

Luciana Buttini

Laureata in Scienze della Mediazione Linguistica e Specializzata in Lingue per la cooperazione e la collaborazione internazionale, lavora come traduttrice freelance dal francese e dall'inglese in vari ambiti.

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