Kater I Rades, contro il naufragio della memoria



Esce oggi nelle librerie il volume “KATER I RADES. Il naufragio della speranza“, pubblicato dalla casa editrice Becco Giallo (testi di Francesco Niccolini, disegni di Dario Bonaffino), con l’obiettivo di tornare a illuminare una vicenda purtroppo caduta nell’oblio.

Becco Giallo così riassume sinteticamente i fatti avvenuti, ai link riportiamo i più recenti articoli di cronaca sugli esiti del processo:
“28 marzo 1997. Venerdì Santo. Una motovedetta albanese omologata per 10 uomini di equipaggio parte da Valona. Il suo nome è Kater I Rades [“Battello in rada”, NdR] ed è stracarica: a bordo ci sono 120 profughi. Uomini, donne e bambini in fuga dall’Albania in piena rivolta. Raggiunta da due navi militari italiane, la Kater I Rades viene speronata nel Canale di Otranto dalla corvetta Sibilla che esegue manovre “dissuasive” per convincere gli scafisti a tornare indietro. La motovedetta affonda: muoiono 81 persone e 34 sono i superstiti, per uno dei più drammatici naufragi avvenuti nel Mar Mediterraneo.
Ci sono voluti 17 anni perché un processo si concludesse in Cassazione, stabilendo che i fatti sono andati nello stesso identico modo raccontato dai 34 sopravvissuti della Kater la sera stessa del naufragio. Poche, semplici parole: “una montagna grigia ci è venuta addosso dopo averci inseguito per un intero pomeriggio”.

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