Cuba, 250 studenti ghanesi bloccati senza soldi né passaporto

[ Antonella Sinopoli, coordinatrice editoriale di Voci Globali, risiede attualmente in Ghana, nella Regione del Volta, per una permanenza di alcuni mesi. Oltre che partecipare da lì alla vita della nostra redazione, contribuisce alla pagina con articoli e aggiornamenti sulla realtà del Paese in cui vive e sul continente africano.]

Bloccati a Cuba, senza soldi, senza passaporto. È la situazione di 250 studenti di medicina ghanesi, dal maggio2012 a Cuba con una borsa di studio del Governo del loro Paese. Ma sono ormai nove mesi che i ragazzi non ricevono il sussidio.

Una situazione imbarazzante per il Governo ghanese, che in questi mesi ha continuato a promettere di far fronte alle legittime richieste degli studenti. Per loro nessuna possibilità di affrontare la situazione se non farsi spedire (quelli che possono) soldi da casa. Impossibile anche la ricerca di un lavoro perché all’arrivo a Cuba hanno dovuto consegnare i passaporti che – gli è stato detto – verranno riconsegnati solo al momento di rientrare nel loro Paese.

Alcuni di loro hanno contattato i media locali nella speranza di accendere i riflettori sulla loro vicenda. Hanno raccontato di essere costretti a vendere i loro oggetti, persino abiti per andare avanti. “Quelli che non hanno genitori che possono spedirgli del denaro – ha detto uno dei ragazzi – sono costretti a chiedere prestiti agli amici, altri cercano di vendere quello che possono, se hai abbastanza vestiti cerchi di darne via qualcuno”. “La situazione è così seria – continua a raccontare lo studente – che alcuni di noi dividono la saponetta e il dentifricio”.

Gli studenti sono stati selezionati tra i migliori provenienti anche dalle aree più deprivate del Paese e seguono i corsi di diverse discipline mediche. Per sei anni il Governo ghanese dovrebbe garantire loro 250 dollari mensili, ma presto il contributo ha smesso di arrivare. Nessuna risposta – dicono gli studenti – nemmeno dall’Ambasciata ghanese che continua a rispondere di aspettare. Nessuna meraviglia che alcuni di loro preferirebbero tornare a casa.

Già in aprile gli studenti avevano scritto una lettera pubblica in cui denunciavano la situazione: “non siamo ingrati – scrivevano – chiediamo solo quello che il Governo ci deve secondo contratto e che noi dovremo ripagare per molti anni dopo aver terminato gli studi”. E se il ministero delle Finanze ha assicurato i ragazzi che i soldi sono stati stanziati, in realtà questi soldi non sono mai arrivati a Cuba. “I ghanesi e i nostri politici – hanno scritto i ragazzi – non possono immaginare cosa vuol dire vivere e studiare in un Paese socialista come Cuba che vive il doppio embargo del commercio e delle comunicazioni”.

A tutto questo si aggiungono le controverse reazioni all’arresto – qualche mese fa – di tre studenti accusati di furto in un albergo all’Havana. “Siamo stati costretti perché non sappiamo come andare avanti” hanno detto gli studenti che pare siano ancora in carcere. Si tratterebbe di figli di note personalità ghanesi, una situazione che potrebbe anche compromettere le relazioni tra i due Paesi.

Ma la questione potrebbe essere anche più grave, secondo alcune fonti il mancato pagamento del sussidio riguarda anche giovani ghanesi che studiano in altri Paesi e, addirittura, alcune studentesse a Londra avrebbero intrapreso la strada della prostituzione.

Intanto dal Ghana National Scholarship Secretariat promettono di risolvere la questione – almeno con gli studenti a Cuba – in un paio di settimane. Ma, in contraddizione, avvertono: non ci sono soldi a sufficienza. Il Governo dovrebbe smettere di garantire così tante borse di studio che non potranno essere pagate.

 

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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