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Chi era Edward Snowden? Benvenuti nel buco della memoria

[Nota: traduzione a cura di Benedetta Monti dall’articolo originale di Peter Van Buren su openDemocracy.]


Flickr/Steve Rhodes. Alcuni diritti riservati.

“C’era una volta” un tempo in cui avresti potuto dire che qualcuno ‘spariva’. Dagli anni ’70, però, in Argentina, in Cile e in altre parti del mondo, il verbo sparire è stato sempre più utilizzato nella sua forma passiva. La persona non è più “sparita” ma “è stata fatta sparire” – fino a 30.000 argentini dal loro corpo militare nel corso di un conflitto interno che è rimasto noto come “la guerra sporca”. Le persone sparite erano i “desaparecidos”.

C’è un qualcosa di così profondamente e moralmente ripugnante nel far sparire un altro essere umano, non importa come, dove o perché, che è difficile da esprimere. Tuttavia, nell’America del XXI secolo, la possibilità di far sparire persone in modalità nuove sta trovando nuovi spazi online.

Benvenuti nel buco della memoria

E se Edward Snowden fosse stato fatto sparire? No, non sto suggerendo una ricostruzione da parte della CIA o una teoria cospirativa del tipo chi-ha-ucciso-Snowden, ma qualcosa di più sinistro.

E se tutti i materiali fatti emergere da un informatore fossero fatti semplicemente sparire? Se ogni documento dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) pubblicato da Snowden, ogni sua intervista, ogni traccia di informazione sulla sicurezza nazionale trapelata al pubblico fosse fatta sparire in tempo reale? Se qualsiasi pubblicazione di queste rivelazioni fosse trasformata in un tentativo vano e senza alcuna traccia?

Sto per caso suggerendo la trama di un romanzo sul XXI secolo di George Orwell? Niente affatto. Mentre ci avviciniamo ad un mondo sempre più digitale, cose del genere saranno probabilmente possibili a breve, non nei romanzi ma nel mondo reale – e semplicemente premendo un bottone. Di fatto, i primi prototipi del nuovo tipo di “sparizione” sono già stati testati. Siamo vicini ad una realtà sconvolgente, distopica, che una volta avrebbe potuto rappresentare la trama di un romanzo futuristico. Benvenuti nel buco della memoria.

Anche se alcuni futuri governi oltrepassassero una delle ultime linee rosse del nostro mondo, semplicemente assassinando gli informatori al loro apparire, ne emergerebbero sempre degli altri. Nel lontano 1948, nel suo romanzo 1984, Orwell suggeriva una soluzione del problema molto più diabolica. L’autore concepì un dispositivo tecnologico per il mondo del Grande Fratello che chiamava il buco della memoria. Nel suo oscuro futuro, gli eserciti di burocrati che lavoravano in quello che Orwell soprannominava ironicamente il ministero della Verità, trascorrevano la propria vita distruggendo o modificando documenti, giornali, libri o altri documenti al fine di creare una versione accettabile della Storia. Quando una persona cadeva in disgrazia, il ministero della Verità lo inviava insieme alla sua documentazione nel buco della memoria. Ogni storia o resoconto in cui la sua vita era annotata o registrata veniva riscritta per rimuoverne ogni traccia.

Nell’era pre-digitale di Orwell, il buco della memoria era un tubo di aspirazione in cui i documenti scomparivano per sempre. Le modifiche alle carte esistenti e la distruzione di altre facevano sì che anche l’improvviso cambiamento di nemici o alleanze non sarebbe mai stato un problema per i guardiani del Grande Fratello. Nel mondo immaginario di Orwell, grazie all’esercito dei burocrati il presente era sempre uguale a ciò che era stato prima – grazie anche ai documenti modificati a fungere da prova, e soltanto ricordi incerti ad affermare il contrario. Chiunque avesse espresso dubbi sulla veridicità del presente era emarginato o eliminato in quanto colpevole di psicoreato.

Censura digitale governativa e aziendale.

Sempre di più, la maggior parte di noi acquisisce notizie, libri, musica, tv e film, comunicazioni di ogni tipo, in forma elettronica. Oggi, Google guadagna più introiti dalla pubblicità di tutti i media stampati degli Stati Uniti. E in questo mondo digitale si stanno esplorando nuovi tipi di “semplificazione”. I Cinesi, gli Iraniani e altri Paesi, per esempio, stanno già sperimentando strategie di infiltrazione nella Rete per il blocco dell’accesso ai siti e al materiale online che i loro governi non approvano. Analogamente, il governo degli Stati Uniti (anche se parzialmente senza successo) impedisce ai propri dipendenti l’accesso a Wikileaks, al materiale di Edward Snowden e ai siti web come TomDispatch nei loro computer aziendali – anche se naturalmente non su quelli domestici. Non ancora.

Tuttavia la Gran Bretagna intraprenderà presto azioni per controllare ciò che i privati cittadini possono vedere in Rete anche da casa. Prima della fine dell’anno, quasi tutti gli utenti Internet verranno gestiti attraverso un sistema progettato per filtrare la pornografia. I controlli bloccheranno di default anche l’accesso a “materiale violento”, “contenuto relativo ad estremisti e terroristi”, “siti sull’anoressia e i disturbi alimentari” e “siti relativi al suicidio”. Inoltre, i nuovi regolamenti online censureranno anche i siti che menzionano alcol e fumo. Il filtro bloccherà il “materiale esotico”, anche se un gruppo a difesa dei diritti con sede nel Regno Unito afferma che il governo deve ancora chiarire cosa includerà questa categoria.

E le forme di censura dei governi stanno per essere privatizzate. Nuovi prodotti standard garantiscono che un’organizzazione non necessiti della NSA a bloccare il contenuto dei siti. Per esempio, l’azienda per la sicurezza di Internet Blue Coat è leader nazionale e maggior esportatrice di tali tecnologie. Può facilmente creare un sistema che monitora e filtra l’utilizzo di Internet, bloccando i siti web a seconda dell’indirizzo, delle parole chiave o persino del contenuto. Tra gli altri, il software della Blue Coat è utilizzato dall’esercito americano per controllare cosa guardano i soldati mentre si trovano all’estero, e dai governi repressivi in Siria, Arabia Saudita e Burma per bloccare le idee politiche che provengono dall’esterno.

Cerca con Google…

In un certo senso, il servizio di ricerca di Google fa già “sparire” del materiale. In questo momento Google è il miglior compagno contro gli informatori. Una ricerca veloce con Google (0,22 secondi) fa apparire più di 48 milioni di risultati su Edward Snowden, la maggior parte dei quali fanno riferimento ai suoi documenti NSA trapelati. Alcuni siti mostrano i documenti ancora etichettati come “Top Secret”. Meno di un anno fa, si doveva far parte di limitati gruppi all’interno del governo, o essere collegati per contratto, per riuscire a vedere materiale di questo tipo. Adesso è esteso a tutto il web.

Google – e dato che Google è il primo motore di ricerca del pianeta, lo userò come simbolo di tutti i motori di ricerca, perfino quelli che devono essere ancora inventati – in questo senso è sorprendente e pare un immenso dispositivo per diffondere le notizie, non per sopprimerle. Se si pubblica qualcosa in Rete, Google lo trova velocemente e lo aggiunge ai risultati di ricerca in tutto il mondo, a volte in pochi secondi. Dato che la maggior parte delle persone raramente scorre oltre i primi risultati della ricerca, il verbo “scomparire” assume però un nuovo significato. Non si tratta più soltanto di farsi notare da Google, ma di far apparire quello che si pubblica tra i primi risultati della ricerca ciò che importa adesso. Se il vostro lavoro è il numero 47.999.999 sui risultati della ricerca per ‘Snowden’ siete finiti, scomparsi. Pensate a questo come a un punto di partenza per forme più significative di sparizione che certamente risiedono nel nostro futuro.

Una delle evoluzioni più oscure negli anni a venire sarà quella di nascondere le informazioni agli utenti riprogrammando i motori di ricerca. Un’altra sarà tuttavia quella di cancellare totalmente il contenuto, un procedimento semplice come trasformare il codice del computer che sta dietro alla ricerca in qualcosa di predatorio. E se Google si rifiuterà di attuare il cambiamento verso le “ricerche negative”, la NSA, che sembra sia già capace di influire su Google, può impiantare la propria versione di codici maligni, come ha già fatto almeno in 50.000 casi.

Ma non preoccupiamoci del futuro: ecco come la strategia di ricerca negativa sta già operando, anche se oggi si concentra soprattutto sulla pedofilia, e dunque è per ora più accettabile. Di recente Google ha introdotto un software che rende difficile agli utenti raggiungere materiale sugli abusi di minori. Come ha affermato il capo dell’azienda Eric Schmidt, i parametri di Google Search sono stati finemente aggiustati per ripulire i risultati di più di 100.000 termini utilizzati dai pedofili per cercare contenuti di pornografia infantile. Adesso, per esempio, quando gli utenti eseguono ricerche che potrebbero essere collegate all’abuso sui minori, non trovano risultati che colleghino a contenuti illegali. Google li reindirizza invece su siti di counseling e aiuto. “Presto svilupperemo questi cambiamenti in più di 150 lingue e avremo veramente un impatto globale,” ha scritto Schmidt.

Mentre Google reindirizza le ricerche di “baby pornografia” a siti di counseling, la NSA ha sviluppato una capacità simile. L’agenzia controlla già alcuni server con il nome in codice di Quantum, collocati nelle dorsali di Internet. Il loro compito è quello di reindirizzare gli “obiettivi” lontano dalla loro destinazione per dirigerli verso siti scelti dalla NSA. L’idea è: scrivi il nome del sito che vuoi, e finisci da un’altra parte meno preoccupante per l’agenzia. Mentre adesso questa tecnologia può essere destinata a indirizzare gli jihadisti a materiale più moderato sull’Islam, in futuro potrebbe ad esempio reindirizzare le persone che cercano notizie simili a quelle di Al-Jazeera a siti che mostrano un contenuto modificato più adatto alla versione dei fatti del governo.

…E distruggi

Tuttavia le tecnologie per bloccare e reindirizzare, che sicuramente diventeranno sempre più sofisticate, in futuro saranno il male minore. Google sta già passando al livello successivo, al servizio di una causa che chiunque approverebbe: l’attuazione di una tecnologia di rilevazione dell’immagine per l’identificazione delle fotografie di abuso sui minori ogni volta che appaiono sul sistema, oltre alla sperimentazione di un’altra tecnologia che rimuoverà i video illegali. Le azioni di Google contro la pornografia infantile sono senz’altro ben intenzionate, tuttavia la tecnologia sviluppata ci dovrebbe far rabbrividire. Immaginate se nel 1971 fosse stato possibile cancellare i Pentagon Papers , che consentirono a molti Americani un primo accesso alle bugie sulla guerra in Vietnam. Chi può credere che la Casa Bianca di Nixon non li avrebbe fatti sparire e che la Storia non avrebbe intrapreso un corso diverso, più spietato?

Oppure consideriamo un esempio più recente. Nel 2009 molti possessori di Kindle hanno scoperto che Amazon era entrata improvvisamente nel dispositivo e aveva cancellato da remoto le copie del libro La Fattoria degli Animali e di 1984 di Orwell (senza ironia). L’azienda ha spiegato che i libri, “pubblicati” per errore sui loro dispositivi, erano in realtà copie di contrabbando dei romanzi. Allo stesso modo, nel 2012, Amazon ha cancellato il contenuto del Kindle di una cliente senza avvisarla, sostenendo che il suo account era “collegato direttamente con un altro che era stato chiuso per abuso delle nostre politiche”. Utilizzando la stessa tecnologia, adesso Amazon può sostituire i libri con versioni “aggiornate” e il loro contenuto modificato. Spetta a Amazon la decisione se avvisarvi o no.

Oltre al vostro Kindle, il controllo remoto su altri dispositivi è già una realtà. La maggior parte dei software sul vostro computer comunica con i server e quindi sono aperti ad “aggiornamenti” che possono alterarne il contenuto. La NSA utilizza dei codici maligni – malware impiantato all’interno di un computer – per cambiare il modo in cui opera il dispositivo. Il codice Stuxnet che ha danneggiato 1.000 centrifughe utilizzate dagli Iraniani per arricchire l’uranio è un esempio di come possono agire questi codici maligni.

Oggi, ogni iPhone deposita nella sede centrale le informazioni su quali applicazioni avete acquistato. In un disclaimer scritto in piccolo e cliccato di routine, la Apple si riserva il diritto di far scomparire qualunque applicazione per un certo motivo. Nel 2004, la TiVo ha citato in giudizio la Dish Network perché forniva ai clienti decoder che secondo la TiVo violavano i suoi brevetti. Sebbene il caso sia stato concluso con un ampio rimborso, come rimedio iniziale, il giudice ha ordinato alla Dish di disabilitare elettronicamente i 192.000 dispositivi che l’azienda aveva già installato nelle abitazioni dei clienti. In futuro, ci saranno più modi per invadere e controllare i computer, per modificare o far scomparire quello che si sta leggendo, e per essere smistati su siti che non stavamo cercando.

Le rivelazioni di Snowden su ciò che compie la NSA per raccogliere le informazioni e controllare la tecnologia, diffuse in tutto il pianeta dallo scorso giugno, sono soltanto una parte dell’equazione. Come il governo aumenterà la sua sorveglianza e il controllo in futuro è una storia che deve essere ancora raccontata. Immaginate strumenti creati per nascondere, modificare o cancellare i contenuti associati a campagne diffamatorie per screditare o dissuadere gli informatori, e il potere potenzialmente disponibile sia per i governi che per le aziende diventa più chiaro.

La capacità di andare al di là della modifica del contenuto per arrivare a modificare il comportamento delle persone si trova nei programmi dei governi e delle corporation. La NSA ha già raccolto dati sull’accesso a siti porno finalizzati al ricatto di musulmani “radicali”. Ha inoltre cercato di intercettare le telefonate di un membro del Congresso senza mandato. La capacità di raccogliere informazioni su giudici federali, leader di governo e candidati presidenziali rende gli schemi estorsivi di J. Edgar Hoover degli anni ’50 bizzarri come i calzini corti o le gonne a ruota usate in quegli anni. Le meraviglie di Internet ci stupiscono. Le possibilità distopiche orwelliane di Internet non hanno ancora catturato la nostra attenzione allo stesso modo. Ma dovrebbero.

Da leggere subito, prima che sia cancellato

Il futuro degli informatori è cupo. Entro un tempo non molto distante, quando tutto sarà digitale, quando la maggior parte del traffico Internet fluirà attraverso gli Stati Uniti o le nazioni loro alleate, o attraverso le infrastrutture di aziende americane all’estero, quando i motori di ricerca troveranno qualsiasi cosa in frazioni di secondo, quando il Patriot Act e le sentenze segrete della Foreign Intelligence Surveillance Court renderanno Google e i giganti tecnologici strumenti della sicurezza nazionale (posto che le organizzazioni come la NSA non assumano direttamente il controllo dei motori di ricerca), e quando la tecnologia sofisticata potrà bloccare, modificare o cancellare il materiale digitale premendo un bottone, il buco della memoria non sarà più solo finzione.

Le fughe di notizie e le rivelazioni diventeranno prive di valore come vecchi libri pieni di polvere in soffitta, di cui nessuno conosce l’esistenza. Vai e pubblica qualsiasi cosa tu voglia. Se sei americano, il Primo Emendamento ti permette di farlo. Ma quale importanza ha, se nessuno potrà leggerti? Sarebbe più efficace stare a un angolo di strada a gridare ai passanti. In un futuro semplice da immaginare, le rivelazioni come quelle di Snowden saranno bloccate o cancellate alla stessa velocità della loro ripubblicazione in Rete.

La tecnologia della ricerca, rovesciata di 180 gradi, sarà sempre più in grado di far scomparire le cose. Internet è un luogo vasto, ma non infinito. Sarà sempre più centralizzato nelle mani di alcune aziende sotto il controllo di pochi governi, con gli Stati Uniti seduti sulle vie di traffico più importanti nelle dorsali di Internet.

Adesso dovreste avvertire un brivido. Lo stiamo vedendo dal vivo come il romanzo 1984, dalla fantasia futuristica del passato, sta diventando un manuale di istruzioni. Non ci sarà bisogno di uccidere un futuro Edward Snowden. Sarà già morto.

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