Vite interrotte, “Roma come Lampedusa”

“Vite interrotte”. Va dritta al punto, la Responsabile del Servizio Intercultura Biblioteche di Roma Gabriella Sanna, parlando delle migliaia di “rifugiati invisibili” che, approdati nello Stivale in condizioni estreme e di forte esclusione sociale, trovano nella Capitale un buco nero di indifferenza. E, non di rado, una barriera insormontabile nel loro percorso verso il Nord.

“E’ una realtà sommersa, che non si vuole vedere”, dice la Sanna, forte di numeri che chiedono risposte: delle 8.000 persone richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione internazionale che sono state stimate nella Capitale, il Comune di Roma riesce ad assicurare in tutto circa 2.200 posti d’accoglienza. “Una vera e propria emergenza”, che fa della Città Eterna un luogo “dell’invisibilità e dell’esclusione” per quanti chiedono asilo.

Essenzialmente, non possiamo proporre delle soluzioni che sono a carico degli enti preposti ma possiamo dare visibilità a questa situazione davvero critica, e di cui si parla poco.

E farlo con iniziative dirette ad affrontare il tema dal punto di vista della narrazione e della documentazione.

Come “Roma come Lampedusa. Racconti dalla Città Invisibile“: una serie di incontri-evento in varie biblioteche del territorio, che il Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma promuove in collaborazione con l’Associazione Cittadini del Mondo e l’Archivio Memorie Migranti, per portare all’attenzione della cittadinanza le voci dei rifugiati, richiedenti asilo, volontari e operatori, insieme a proiezioni di corti e documentari girati da registi migranti prodotti dall’Archivio Memorie Migranti.

Il primo incontro è venerdì 29 novembre nella Biblioteca Appia di via La Spezia 21, a partire dalle 17.00 e prevede, oltre alla maratona di testimonianze di protagonisti a vario titolo della “Città Invisibile”, la proiezione dei video tratti dall’Archivio delle Memorie Migranti e dai documentari Il deserto e il mare (Aamod-Asinitas-Zalab, 2007) e Benvenuti in Italia (AMM, 2012). “Special guest” dell’appuntamento, il regista etiope Dagmawi Yimer (sbarcato a Lampedusa nel 2005), autore di apprezzati documentari sul tema dei rifugiati, e particolarmente sensibile nel raccontare storie attraverso volti ed espressioni; la scrittrice eritrea Ribka Sibhatu, classe ’62 e autrice di “Aulò. Canto poesia dall’Eritrea”; e la scrittrice italo-somala Igiaba Scego, autrice di “La mia casa è dove sono” (Rizzoli).

“Siamo molto contenti di una presentazione fatta in una biblioteca pubblica e dunque destinata anche ad un pubblico di non addetti ai lavori” – conclude la Sanna – “E’ importante che i cittadini prendano consapevolezza del problema e dell’esistenza dei numerosi rifugiati invisibili che abitano in luoghi degradanti e di fortuna”. Che spesso finiscono per diventare, per mancanza di alternative, soluzioni permanenti. “Solo pochi vengono accolti in luoghi idonei”. Se mai accade.

Il secondo incontro è fissato il 19 dicembre alle 18.00 al Bibliocaffé Letterario a Ostiense, e fino a marzo è previsto il coinvolgimento nell’iniziativa di altre tre biblioteche del territorio.

Elena Paparelli

Giornalista freelance, lavora attualmente in Rai. Ha pubblicato tra gli altri i libri “Technovintage-Storia romantica degli strumenti di comunicazione” e “Favole per (quasi) adulti dal mondo animale”.

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