La condizione dell’infanzia attraverso cifre, libri e illustrazioni
Nel festeggiare il 20 novembre – Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – vale la pena dare un’occhiata al 6° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, realizzato dal gruppo CRC (network formato da soggetti del Terzo Settore) rispetto al periodo 2012-2013.
Si tratta di un lavoro dettagliato in 51 paragrafi, che prende in considerazione diritti civili e libertà, ambiente familiare e misure alternative, salute e assistenza, educazione, gioco, attività culturali e misure speciali per la tutela dei minori. L’obiettivo è quello di verificare se e in che modo viene attuata la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata in Italia nel 1991.
Il bilancio – a scorrere cifre e tabelle – non risulta molto positivo e non sono poche le indicazioni in calce ad ogni paragrafo che continuano ad essere lettera morta.
Le politiche e le azioni per l’infanzia e l’adolescenza si concentrano soltanto su interventi “per il contrasto al disagio“. Si parla di “default del sistema del welfare“, senza specifiche politiche integrate ed effettive; di insufficienza di risorse; di mancanza di un indirizzo preciso rispetto al ruolo dell’infanzia nella cooperazione (anche in ambito europeo, le risorse trasferite al bilancio comunitario non vengono indirizzate su temi come lo sviluppo); di assenza di sedi di confronto stabili fra i differenti livelli di governo; di assenza di dati e di monitoraggio sulla spesa pubblica per l’infanzia e l’adolescenza, sia a livello centrale che locale.
L’esigenza di una formazione approfondita sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è tanto più urgente quanto più la società è multiculturale: in Italia, secondo quanto riportato dal MIUR (anno scolastico 2011/2012) sono 755.939 gli studenti di cittadinanza non italiana iscritti a scuola, l’8,4% degli 8.960.166 iscritti complessivi. Ed è nella scuola primaria che si registra il più alto numero di stranieri: il 35,5%. Il 50,1% degli alunni di cittadinanza straniera proviene dall’Europa, un quarto circa dall’Africa (24,2%), mentre il 15,8% ha origini asiatiche e il 9,4% americane. Nella top ten delle province con studenti di cittadinanza non italiana ci sono Milano (69.794), Roma (56.810), Torino (36.245), Brescia (32.064), e Bergamo (22.419).
Se questo è lo scenario, anche la narrativa destinata ai ragazzi accoglie i cambiamenti in atto: da circa venti anni a questa parte – esattamente dai primi anni ’90 – più di 200 sono i libri – secondo Lorenzo Luatti, autore de “L’immigrazione raccontata all’infanzia. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia” – che trattano il tema della migrazione, pescando fra romanzi, albi illustrati ed edizioni per la scuola. Ed è dal 2000 ad oggi che la letteratura migratoria ha conosciuto un vero e proprio boom (vedi l’efficace rassegna ne “La Vita e i Libri” che cataloga tutti i volumi più interessanti sul tema)
Le attuali migrazioni verso il Belpaese che hanno contraddistinto l’ultimo decennio hanno spinto la narrativa per l’infanzia e per l’adolescenza a riscoprire le nostre stesse emigrazioni. Tanto che, proprio il giorno dopo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si svolgerà a Palermo – dal 21 al 24 novembre – la seconda edizione di “Illustramente – festival dell’Illustrazione per l’infanzia” sul tema della migrazione e della capacità dell’illustrazione di parlare ai più piccoli delle complesse dinamiche di trasformazione della nostra società, ancora molto distante da una tutela a tutto campo dei minori, italiani o stranieri che siano.