Istanbul, o delle nostre convenzioni

Due coppie per le strade di Sultanahmet, storico quartiere di Istanbul. Foto di Chiara Orsini su licenza CC.

Misurare l’affetto e il rispetto reciproci in termini di distanza fisica potrebbe non rivelarsi necessariamente un buon indicatore. Resta vero, però, che i ruoli definiti e stereotipati entro i quali imbrigliamo i nostri affetti e le nostre idee, rappresentano l’anticamera più pericolosa della discriminazione e della violenza, di genere e non.
Quante volte scegliamo liberamente e quante, invece, certi schemi collettivi ci vengono imposti?
Se non rischiasse di suonare come un ennesimo slogan, l’educazione – questa sì, per convenzione internazionale – al rispetto dell’altro, meriterebbe ogni nostro sforzo.

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