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Ripensare a Occupy Wall Street attraverso la matita di chi c’era

[Testo a cura di Antonella Sinopoli]

Che fine ha fatto “Occupy Wall Street”? Quale la sua eredità, quale il bilancio e gli effetti? Se lo domandava già qualche mese fa l’autorevole The Guardian in occasione dell’anniversario della nascita del movimento.

Un’intera pagina con articoli, video, analisi, commenti aiuta a ricostruire una storia che comunque non è finita. E, ancora più interessante, è sfogliare questa mappa interattiva di un anno di eventi.

Le letture più interessanti arrivano comunque sempre “dal di dentro” come quella, presentata in modo originale da Stephanie McMillan, attivista, cartonista, comic journalist, esponente del movimento nato per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario. “The beginning of the American fall” è il titolo, un po’ troppo ambizioso forse, del lavoro fatto di interviste, dialoghi, descrizioni, e soprattutto disegni di quello che è accaduto nelle piazze americane – non solo di fronte alla sede della finanza – dal settembre del 2011. “A comics journalist inside the occupy wall street movement” spiega il sottotitolo del testo.

Oggi il lavoro è disponibile in italiano grazie alle edizioni Becco Giallo. In uscita questo mese il lavoro della McMillan con il titolo “Occupy Wall Street – 99% contro il potere” – testi tradotti a cura di Margherita Taffarel. Un’intuizone, quella di Becco Giallo, che trova anche riscontro in un nuovo ciclo di azioni (il Movimento non è morto) ma anche di rivelazioni che forse mirano a sminuirne il valore. Risale solo a poche settimane fa la notizia di infiltrazioni dell’FBI nei gruppi del Movimento, tese a depotenziarne la forza e il prestigio.

In ogni caso la McMillan ci racconta di un Movimento “puro” (senza infiltrazioni e mali oscuri) fatto di lotte, dibattiti, azioni concrete (come quelle contro gli sfratti) e riflessioni sulla costruzione di un nuovo modo di vivere e pensare.

Ecco l’anticipazione del libro in alcune tavole:











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