18 dicembre, Giornata globale contro il razzismo
Come ogni anno dal 1997, il 18 dicembre si celebra la Giornata Internazionale di Solidarietà con i Migranti: l’occasione nasce dal fatto che in tale data, nel 1990, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti.
Le iniziative e gli eventi organizzati in tutto il mondo in occasione di questa Giornata sono coordinati dal Movimento di Azione Globale per i Migranti. Nella homepage della propria pagina web (in italiano), il Movimento descrive com’è nato e perchè:
In diverse occasioni, durante le riunioni nei vari Forum Mondiali e in altri eventi, il movimento dei migranti, rifugiati e sfollati ha potuto costatare il bisogno di realizzare una azione comune a livello mondiale, perché mondiale è il nemico con il quale ci scontriamo quotidianamente. Inoltre questa azione potrebbe rappresentare un momento importante tramite il quale riconoscerci come movimento di lotta a livello mondiale.
In particolare, la Giornata di azione globale è stata discussa e decisa all’interno del Forum Mondiale delle Migrazioni realizzato a Quito (Ecuador) nel 2010 e del Social Forum tenutosi a Dakar (Senegal) nel febbraio 2011; va segnalato che in quest’ultima occasione è stata adottata la Carta Mondiale dei Migranti, firmata il 4 febbraio 2011 sull’isola di Goreé, sede della Maison des esclaves, la casa dalla quale milioni di africani transitarono per essere inviati in America in schiavitù.
Se la questione delle migrazioni è vecchia quanto l’uomo, e il riferimento a Goreé aggiunge la suggestione dello schiavismo, le attuali tecnologie offrono strumenti utili per affrontarla. Cosa può fare il web 2.0 per cercare di alleviare la sofferenza di chi vive l’esperienza della migrazione? Lo stesso Movimento racconta in questa pagina come l’organizzazione intercontinentale dell’evento sia stata possibile anche grazie all’opportunità di espandere la rete fisica dei contatti esistenti attraverso i diversi canali internet.
Attraverso il web 2.0 vi è un rinnovato ruolo per l’informazione: grazie al citizen journalism è oggi più facile dare voce a chi normalmente non ha spazio nel sistema dei media tradizionali: una realtà online internazionale come Global Voices può testimoniare l’ampia pluralità geografica delle persone costrette a migrare in tutto il mondo, come ad esempio in questo recente post dal Caucaso. Con riferimento a questo tema, la Carta Mondiale dei Migranti approvata a Goreé così recita:
I diritti umani sono inalienabili e indivisibili e devono essere gli stessi per tutti. La legge deve garantire a tutte le persone migranti il diritto alla libertà di espressione, il diritto di organizzazione, il diritto alla libertà di riunione e il diritto di pubblicazione.
Un’esempio di combinazione tra l’utilizzo della Rete abbinato a uno strumento tradizionale quale la radio è Radio 18/12, iniziativa globale lanciata nel 2006 per celebrare la Giornata. L’evento mette in collegamento organizzazioni di migranti e radio in tutto il mondo dedicando particolare attenzione alle iniziative e proposte provenienti dalle comunità e dalle organizzazioni della società civile in maniera partecipata. Alla giornata di trasmissioni partecipano 81 radio collocate in tutti e cinque i continenti.
Oltre all’informazione, il web può fungere da strumento di diretto sostegno alle necessità dei migranti. Il recente tool Refunite.org, sviluppato dall’Ong danese Refugee United, è un social network / base dati alimentabile da Internet o telefono cellulare che consente ai rifugiati in diaspora di caricare in maniera anonima le proprie informazioni personali quali il luogo di nascita, il clan o segni particolari distintivi come tatuaggi o cicatrici. In questo modo, rifugiati o sfollati costretti a scappare da terre flagellate da guerre o carestie possono tentare di rintracciare i propri cari. L’iniziativa, promossa dall’UNHCR, è promossa da Safaricom, principale operatore mobile dell’Africa orientale, che ne consente l’applicazione gratuita sul proprio cellulare. Si tenga conto che, secondo studi, almeno il 78% dei rifugiati in Africa orientale ha accesso a un cellulare.
Altre volte il web 2.0 svolge il ruolo di luogo della memoria per chi ha perso la vita in viaggio: è questo il caso di 72migrantes.com, sorta di “altare virtuale” dedicato alla memoria di 72 migranti messicani massacrati nell’estate del 2010 a poca distanza dalla frontiera con gli Stati Uniti. Una rete di attivisti e familiari coordinati dalla giornalista Alma Guillermoprieto ha sviluppato questo spazio online, a simboleggiare la sofferenza di tanti messicani costretti a un avventuroso espatrio: sul sito è possibile scorrere storie e fotografie dei migranti uccisi, ascoltare canzoni, lasciare una rosa virtuale, celebrando in questo modo la memoria dei defunti.
In Italia, dopo i recenti fatti di Torino e Firenze, la Giornata si inserisce in un momento particolarmente difficile. Non poteva che essere così, peraltro, dopo anni in cui una certa politica – e una certa stampa – hanno continuato a condurre campagne informative miranti ad appiattire la conoscenza dei migranti su facili stereotipi, come ad esempio il fatto che i marocchini siano tutti stupratori o gli zingari tutti ladri. Ciò di cui ci sarebbe maggiormente bisogno è informazione critica: la crescente diffusione degli strumenti informativi basati sul web 2.0 può senz’altro contribuire a introdurre maggiore consapevolezza e a contrastare i fenomeni di xenofobia e razzismo.