Da Nairobi a Trento, il futuro della Rete
[Nota: Pubblicato dall’autrice in esclusiva su L’Indro e ripreso per gentile concessione]
Nella marea di eventi che si svolgono ogni giorno in tutto il mondo ce n’è davvero qualcuno che lascia un segno nei suoi partecipanti. Anche se questi partecipanti sono in realtà migliaia di chilometri lontano dall’evento. È così che funziona l’Internet Governance Forum, appuntamento ospitato a Nairobi dal 27 al 30 settembre.
Un appuntamento che – già in superficie – dimostra due cose importanti: il veloce progresso del continente africano nel settore delle nuove tecnologie di comunicazione on line, e il grande potenziale della Rete che consente comunicazioni e interazioni su grandi temi e progetti. Tanto per cominciare al Forum è stato possibile partecipare “da remoto” grazie all’utilizzo di una serie di piattaforme ad hoc, come Webex e la Diplo Internet Governance Community.
Inoltre i partecipanti, presenti in carne ed ossa oppure no, sono stati protagonisti dell’evento attraverso suggestioni, idee e interventi inviati da ogni parte del mondo.
Ma di cosa si è parlato in questa Sesta edizione annuale del meeting? ’Internet as a catalyst for change: access, development, freedoms and innovation’ è stato il tema delle giornate. E come negare che attraverso la Rete passano oggi le idee e i cambiamenti. In ogni settore: politica, affari, associazioni umanitarie tutti, in sostanza, affidano ad Internet parte del loro futuro. E spesso si utilizzano mezzi, sistemi, software che solo fino a ieri non esistevano.
Decine e decine di workshop hanno animato la quattro giorni di Nairobi e i temi – proposti ripetiamo in maniera collettiva – sono stati i più svariati: approccio alla difesa dei diritti umani su Internet, scenari futuri della Rete, privacy e nuove legislazioni in materia, uso delle tecnologie digitali per il coinvolgimento civile e il cambiamento in politica o per agire in soccorso alle popolazioni civili in caso di guerre o calamità naturali. E, naturalmente il ruolo dei social media e del citizen journalism, codici di condotta in Rete, censura.
Per saperne di più e continuare a informarsi su quanto emerso dal meeting in Kenya si può seguire quanto inviato su Twitter con l’hashtag ufficiale #IGF11: e poi ci sono a disposizione sia trascrizioni delle sessioni di lavoro sia video in diretta. Va sottolineato che tra il pubblico ci sono stati stati attivisti, parlamentari, informatici, giuristi, blogger… Proprio perché il cambiamento a cui è stato dedicato il tema di quest’anno non può che venire da sforzi e competenze di vari ambiti e conoscenze.
E dopo Nairobi sarà la volta dell’Italia. Dal 10 al 12 novembre Trento sarà la sede dell’Internet Governance Forum Italia.
All’organizzazione dell’evento contribuisce la Fondazione ahref, ma anche in questo caso saranno gli utenti della Rete, professionisti e non, a portare contributi e suggerire tematiche. Come si legge nella presentazione dell’evento:
“A fianco dei temi ’forti’ della governance della Rete (dalle regole tecniche alla definizione dei diritti di accesso), ci sarà spazio sia per gli aspetti più tecnici che per un’apertura dello sguardo all’intero ecosistema dell’innovazione. Dall’economia alla società, alla cultura, all’ambiente; dalla religione alla politica: oggi nessun aspetto di rilievo della nostra vita è esente dalle conseguenze della rivoluzione digitale e dalla Rete“.
Uno dei temi ’caldi’ sarà comunque – come leggiamo ancora nell’anticipazione del programma – “il ’Diritto di tutti alla rete’, un diritto che si chiede sia inserito nella nostra Costituzione“. E in attesa dell’evento italiano, va apprezzato il contributo dato nel diffondere quanto emerso da Nairobi, attraverso post e segnalazioni varie.
Non c’è dubbio che anche da Trento le energie messe in campo daranno altri buoni frutti e novità. Siamo curiosi. Naturalmente sono già state aperte sia la pagina Facebook sia quella Twitter su cui si possono cominciare a seguire anticipazioni. Nei giorni del meeting sarà possibile, come per Nairobi, collegarsi a video e workshop in diretta. Intanto vorremmo segnalare che uno degli aspetti che contraddistingue l’attività di piattaforma Timu.
Timu, che in lingua Swahili significa team, è in sostanza un metodo per proporre ed elaborare inchieste. Un metodo di ricerca svolto tra la collaborazione delle persone e l’utilizzo dei vari strumenti che alla fine conducono al risultato. Un’inchiesta fatta di parole, documenti, voci, immagini. Che su Internet trovano sia forma che contenuto.