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Africa: energia e opportunità d’investimento

Fiume Nilo, Immagine priva di restrizione copyright nota, ripresa da Flickr

[Nota: L’articolo originale di Marco Praturlon è pubblicato su Equilibri.net e coperto da copyright. Ripreso dietro autorizzazione].

Le fonti energetiche

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Le fonti energetiche rappresentano un settore estremamente sensibile per le economie di tutto il mondo poiché permettono il funzionamento del settore industriale a elevata intensità di capitale. Questo settore risulta fondamentale per la crescita del PIL poiché permette la produzione e vendita di beni manufatti con margini di profitto nettamente superiori a quelli rilevabili nel commercio di materie prime – poiché a ridotto valore aggiunto e con margini di guadagno rilevanti solo in pochi contesti (Organization of Petroleum Exporting Countries, Gas Exporting Countries Forum). Inoltre l’industria energetica risulta in sè ad elevata intensità di capitale e quindi un incentivo allo  sviluppo economico delle economie che l’adottano.

L’offerta energetica del continente africano

La composizione caratteristica del suolo africano lo rende particolarmente ricco di materie prime, tra cui anche le fonti energetiche.

Considerando le fonti energetiche non rinnovabili, il territorio africano mostra la presenza di depositi di petrolio per il 12,1% delle riserve mondiali. I giacimenti principali si trovano in Algeria, Libia, Egitto e Tunisia, ma nuove iniziative potrebbero portare alla scoperta di importanti giacimenti in Nigeria, Congo, Ciad, Angola, Sudan, Guinea Equatoriale, Gabon e Repubblica Democratica del Congo. I principali siti per l’estrazione di carbone bituminoso sono attualmente presenti in Sud Africa e in Camerun. Negli stessi Paesi si ritrovano anche le principali miniere di antracite.

L’estrazione di gas naturale in Africa ha luogo oggi principalmente in Sud Africa, Camerun, Nigeria, Benin, Ghana, Tunisia, Algeria e Marocco.

L’Uranio è oggi estratto dal territorio di Camerun, Sud Africa, Kenya, Sierra Leone, Etiopia, Nigeria, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Zambia. Le principali miniere di Plutonio si trovano in Camerun, Botswana e Sud Africa.

Considerando invece le fonti energetiche rinnovabili, il territorio africano risulta ricco di potenzialità. L’Africa risulta soggetta a un rilevante irraggiamento solare nelle sue regioni settentrionali (area mediterranea) e meridionali (Sud Africa, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Swaziland e Lesotho) che si attesta a circa 6,5 – 7,5 kWh/m2 giornalieri. I venti in Africa non sono tendenzialmente molto forti, ma alcune zone (Tunisia, Algeria, Mali, Niger, Nigeria, Mar Rosso settentrionale, Somalia, Etiopia,  Kenya) presentano correnti di 24 – 27 km/h.  Il suolo africano è inoltre particolarmente fertile nella regione centro meridionale del continente.

Il continente africano ospita alcuni dei fiumi più rilevanti al mondo. Il Nilo (6695 km) scorre dalla Tanzania (Lago Vittoria) all’Egitto, il fiume Congo (4374 km) nasce tra la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia e sfocia nell’Oceano Atlantico nei pressi della città di Matadi (Repubblica Democratica del Congo). Il fiume Niger (4180 km) scorre dalla Guinea alla Nigeria e il fiume Zambesi (2650 km) sorge in Zambia ed Angola per sfociare, dopo numerose cascate e rapide, nell’Oceano Indiano in Mozambico. Il fiume Orange (2100 km) nasce nel Drakensberg (“Monti dei Draghi”, Sud Africa) e sfocia nell’Oceano Atlantico al confine tra Sud Africa e Namibia e il fiume Limpopo (1800 km) scorre dal Witwatersrand (“cresta delle acque bianche”, Sud Africa) al Mozambico.

Rainbow Falls, Livingston Island, Zambia

L’idrografia africana mostra numerosi laghi soprattutto nei pressi della Great Rift Valley,  in Uganda (Lago Kyoga), nella regione tra Malawi, Mozambico e Tanzania (Lago Malawi) e nella regione compresa tra la Repubblica Democratica del Congo, il Ruanda e il Burundi (detta Regione dei Grandi Laghi); sono importanti eccezioni il lago Ciad (al confine tra Ciad, Camerun, Nigeria e Niger) e il lago Vittoria (tra Uganda, Kenya e Tanzania).

Le potenzialità geotermiche del continente si concentrano nella regione orientale (Eritrea, Etiopia, Kenya, Tanzania, Uganda, Mozambico, Zambia, Zimbabwe, Botswana, Ruanda, Burundi e Malawi). Le fonti di energia maremotrice in Africa sono principalmente concentrate lungo le coste atlantiche, indiane e del Mar Rosso.

Incentivi e opportunità d’investimento

Coscienti delle proprie potenzialità nell’ambito energetico, alcuni Paesi africani stanno implementando regimi giuridici volti ad incentivare  gli investimenti in energia. Oltre a sostenere l’esplorazione e trivellazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale, questi incentivi si dirigono anche verso lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile.

In Kenya, il governo Kibaki ha introdotto una serie di misure volte a sostenere l’industria geotermica. In particolare il governo keniota è impegnato a ridurre i costi di esplorazione e il rischio d’investimento così da sostenere l’iniziativa privata. Queste azioni si sono dimostrate efficaci, se si considera che l’Agenzia Statunitense per il Commericio e lo Sviluppo ha donato 641000 $ alla keniota Geothermal Development Company per sostenere programmi di formazione professionale e di regolamentazione nell’ambito geotermico. Questa iniziativa e il clima fiscale propizio stanno sempre più favorendo investimenti statunitensi privati in questo settore dell’economia keniota.

Rilevanti incentivi per il settore energetico rinnovabile si trovano anche in Sud Africa. Nel 2009 il governo Mbeki ha introdotto – e il successivo governo Zuma ha riconfermato – il Renewable Energy Feed-In Tariff (REFIT) System. In base a questa iniziativa, il South Africa National Energy Regulator (NERSA) obbliga la società pubblica Eskom (monopolista dell’elettricità in Sud Africa) ad acquistare elettricità prodotta da imprese qualificate che fanno uso di fonti energetiche rinnovabili. I prezzi sono predeterminati in funzione di una soglia minima coerente con l’andamento del mercato. E questa non è che l’ultima di una serie di iniziative iniziata nel 2001.

Ulteriori incentivi locali a sostegno dell’uso di fonti rinnovabili derivano dall’ Income Tax Act del 1962. In base a tale legge, ogni produttore di energia da fonti rinnovabili ha il diritto di dedurre dalle proprie tasse il costo sostenuto per acquisire i macchinari necessari; questo può avvenire in un periodo di tre anni in base alla proporzione 50%-30%-20%. I progetti coerenti con il Clean Development Mechanism generano crediti per la riduzione delle emissioni di gas serra e questa legge permette di vendere tali crediti senza applicare le imposte standard e la tassa sul capital gain.

La crescita del settore energetico è favorita anche da alcuni programmi di finanziamento del Gruppo Banca Mondiale. In Malawi è previsto il finanziamento dello sviluppo della rete elettrica nazionale, mentre  in Tanzania la Banca Mondiale finanzia l’ammodernamento delle infrastrutture distributive elettriche nelle regioni di Dar es Salaam, Arusha e Kilimanjaro – i principali centri di sviluppo del Paese.

Lo sviluppo del settore energetico rinnovabile in Africa è sostenuto anche da un programma di finanziamenti dell’Unione Europea che, nel 2010, ha finanziato progetti per l’ammontare di 5 milioni di euro. Questo programma è volto a sviluppare, entro il 2020, una produzione addizionale di 10000 mW da centrali idroelettriche, 5000 mW da impianti eolici e 500 mW da impianti ad energia solare (fotovoltaici e termici).

Lo United Nations Collaborative Programme on Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation per i Paesi in via di Sviluppo si presenta come un ulteriore sistema di incentivi volti a sviluppare l’impiego di fonti energetiche rinnovabili.

Conclusioni

Il continente africano detiene rilevanti potenzialità nell’ambito energetico. E i governi locali sembrano pienamente intenzionati a sfruttarle. Gli incentivi diretti a tale scopo sono numerosi e i potenziali margini di profitto elevati. Nell’attuale contesto energetico internazionale, il presentarsi di nuovi produttori favorisce una maggiore stabilità degli approvvigionamenti. Se questi nuovi soggetti sfruttano fonti rinnovabili, la loro presenza può seriamente sostenere la differenziazione energetica e ridimensionare l’importanza delle tradizionali fonti non rinnovabili. L’ampliamento di questa industria nel continente africano comporterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro, favorendo così la crescita e la modernizzazione dell’economia.

[Nota: L’articolo originale, di Marco Praturlon, è pubblicato su Equilibri.net e coperto da copyright. Ripreso dietro autorizzazione]

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