Nascere e crescere in un determinato territorio porta i suoi cittadini a sviluppare un sentimento di amore e rispetto per la patria, per quelle tradizioni e quei valori locali che li accomunano ed entrano a far parte di quell’ampio concetto che si riassume nella nazionalità.
Anche nel Paese della tequila e del mezcal, del Dio impiumato Quetzalcoàtl e della guerra al narcotraffico qualche settimana fa due ricorrenze storiche, il Bicentenario dell’Indipendenza del Paese dalla colonia spagnola e il Centenario dell’inizio della Rivoluzione messicana, sono state occasione per ricordare la propria storia e le proprie radici. Il governo centrale di Città del Messico, per il 15 e 16 settembre, ha organizzato un programma ricco di eventi che si sono svolti nella capitale e nei piccoli e grandi comuni di tutto il territorio della Repubblica federale.
Illuminazione della piazza comunale di Cancun, Quintana Roo, Messico
Eppure proprio in quei giorni nella piazza comunale della città di Cancun, conosciuta per essere la mecca del turismo di massa che affolla hotel e spiagge alla ricerca di svago e tintarella, mi sono imbattuta nella protesta di alcuni lavoratori. Una protesta ignorata dalle centinaia di turisti presenti, ma soprattutto ignorata dai rappresentanti locali del governo centrale.
Erano, e immagino siano ancora lì, 44 lavoratori del settore dei trasporti accompagnati da ampi striscioni dove venivano spiegate le ragioni della protesta.
Juan e altri due colleghi hanno interrotto volentieri la loro partita a domino per spiegarmi che dopo aver lavorato dai 9 ai 13 anni per l’impresa di trasporto pubblico locale gestita da Manuel Perez Mendoza e Oscar Solis Soberanis, impresa vincitrice dell’appalto grazie all’appoggio del governatore dello Stato del Quintana Roo Felix Gonzales Canto, si ritrovano senza lavoro e senza che gli anni lavorati vengano riconosciuti dalla legge, sia ai fini della liquidazione che della pensione. Situazione che condividono con gli altri 41 colleghi presenti al sit-in.
I lavoratori sono stati costretti a lasciare l’impiego per poter rivendicare i contributi degli anni di lavoro al servizio dell’impresa di trasporto e lamentano di essere stati usati dal governatore durante la sua campagna elettorale e di ritrovarsi soli e ignorati dai poteri forti ora che sono loro ad aver bisogno di aiuto.
Sostengono, inoltre, che il governatore Felix Gonzales e il PRI, il partito da lui rappresentato, controllino i media locali quindi la notizia delle loro proteste in occasione del Bicentenario e delle condizioni di lavoro degli addetti al settore dei trasporti non verranno rese pubbliche all’interno dello stato. Quindi – affermano – molti altri lavoratori si troveranno nelle loro stesse condizioni e gli imprenditori coinvolti rimarranno impuniti.
Ecco alcuni degli striscioni dove leggiamo le motivazioni delle proteste dei lavoratori del trasporto pubblico di Cancun:
[Sr. Governatore: Dovremo subire altri 200 anni di protezione nei confronti dei sindacati dei concessionari di taxi e delle imprese dei trasporti sfruttatrici dei lavoratori?
Nello stato del Quintana Roo non esiste giustizia per i lavoratori del settore dei trasporti e il Gov. Felix Gonzalez protegge i padroni ]
[M.P.M. e O.S.S. sono una coppia di corrotti, sfruttatori dei tassisti e dei lavoratori del volante. Esigiamo che si applichi la legge del trasporto dello Stato. Basta con la corruzione! ]
In occasione dei festeggiamenti sono stati numerosi i progetti attuati sia nella capitale che in altre località del Paese: dalle monete commemorative alle opere architettoniche, dalla linea speciale della metropolitana a Città del Messico denominata ‘linea dorada’ ai programmi radiofonici dove è stata rivisitata la vita dei patrioti, fino al film ’Mujeres patria’ dedicato al ruolo delle donne durante la guerra di Indipendenza. Eppure questi 44 lavoratori sono stati ignorati. Poca cosa rispetto a una popolazione di oltre 111 milioni di abitanti. Ma chi perde il lavoro, anche una sola persona, crede, a ragione, di dover essere ascoltato e garantito nel rispetto dei propri diritti. In Messico come ovunque.
Interessante il tuo racconto della protesta dei lavoratori messicani!
Aver scelto i giorni dei festeggiamenti del Bicentenario e dell’Indipendenza per far sentire la loro voce avrà avuto – spero – un’eco sui media e sull’opinione pubblica!
Come scriveva qualcuno…”El desarrollo es un viaje con màs naufragos que navigantes” e, guardando all’attuale condizione socio-economica del Messico, pare ci sia davvero poco da festeggiare!