Paolo Pautasso rilancia sul proprio blog, Myamazighen l’attualità locale in presa diretta da Marrakech, Marocco. In questo post presenta i maestri cantori della Place Jemaa el Fna — ultimi protagonisti di un patrimonio culturale orale secolare e unico nel suo genere, purtroppo sulla via della sparizione sopratuttto per il dinteresse della autorità locali.
I fumi dei grill dove si arrostiscono ogni sorta di cibarie attirano in debutto di serata i turisti occidentali e del Paese trasformando lo spazio della Place Jemaa el Fna in un turbinio di colori, odori e voci, da secoli, creando un gigantesco ristorante a cielo aperto. In questo contesto i cartomanti, gli incantatori di serpenti, i gruppi musicali afro-musulmani “Gnaoua“, i prestigiatori, i guaritori, gli ammaestratori di scimmie e mercanti di tutti i tipi affollano tutte le sere questo spazio magico e irreale, quasi onirico.
Nel 1970 erano presenti 18 cantastorie, oggi ne restano forse 7. Hanno barbe incolte e lunghe, grossi occhiali da vista e questi formidabili narratori delle Mille e una notte e delle grandi epopee arabe si vedono oramai raramente alla Place e, quando arrivano, si installano per sperimentare delle adattazioni orali di testi letterali contemporanei.
Per il cantastorie Mohamed Bariz, per salvare questa arte secolare, bisogna creare una scuola di formazione per giovani cantastorie contribuendo con un salario mensile simbolico e una copertura sanitaria, al fine di garantire un esistenza dignitosa a giovani sognatori che vogliono apprendere quest’arte ancestrale, magica e teatrale.
Post originale: I cantastorie della Place.