Sierra Leone: Naomi Campbell al processo Taylor

Un po’ di imbarazzo per la top model Naomi Campbell che, qualche giorno fa, è stata chiamata a testimoniare all’Aia davanti alla Corte Speciale per la Sierra Leone al processo contro l’ex presidente liberiano Charles Taylor, incriminato per crimini di guerra e contro l’umanità. La testimonianza della Campbell ha lo scopo di dimostrare che l’ex presidente avesse a disposizione diamanti con i quali acquistava armi che avrebbe poi fornito ai ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito (RUF) e ottenere in cambio il controllo delle risorse in Sierra Leone, in particolare diamanti e legno pregiato.
La top model ha confermato di aver ricevuto piccoli diamanti grezzi la notte del 26 settembre 1997. Il fatto avvenne al termine di una cena organizzata dall’allora presidente sudafricano Nelson Mandela alla quale presero parte molti personaggi del mondo dello spettacolo e della politica impegnati in azioni umanitarie nei paesi africani. La testimonianza al processo contro l’uomo accusato tra l’altro dell’arruolamento di migliaia di bambini soldato, ha anche una serie di risvolti legati al possibile utilizzo per fini caritativi che la Campbell avrebbe pensato di fare dei diamanti. Per il momento ciò che è certo sono le storie drammatiche e le perdite di vite umane in dieci anni di guerra civile (120.000 morti e due milioni di sfollati). Una guerra che si è potuta portare avanti anche per colpa di quei “sassolini sporchi” come la Campbell nel corso della testimonianza ha definito i diamanti che le vennero offerti come dono. Sassolini meglio noti come blood diamonds.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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