Cambiamenti climatici, uniti per evitare la catastrofe

[Traduzione a cura di Manuela Beccati dall’articolo originale di Friends of the Earth International, (FOEI) pubblicato su Pambazuka News]

“La decisione di eleggere un nemico del clima pesa come una condanna a morte”

Gli attivisti impegnati nella campagna a favore del clima, pensano che l’elezione di Donald Trump, nuovo presidente degli Stati Uniti, rappresenti un danno enorme per il clima e soprattutto per il continente africano. Questo è il momento in cui tutto il mondo non deve vacillare e deve raddoppiare gli impegni per affrontare pericolosi cambiamenti climatici.

La manifestazione di Anacortes, negli Usa, dove sono presenti due raffinerie. Nel 2016 la comunità locale ha richiamato migliaia di persone per chiedere alle istituzioni azioni incisive a favore del clima e l’abbandono definitivo dei minerali fossili http://breakfreepnw.org/ Foto di Emma Cassidy dell'Agenzia Media Survival Flickr CC
La manifestazione di Anacortes, negli Usa, dove sono presenti due raffinerie. Nel 2016 la comunità locale ha richiamato migliaia di persone per chiedere alle istituzioni azioni incisive a favore del clima e l’abbandono definitivo dei minerali fossili http://breakfreepnw.org/ Foto di Emma Cassidy dell’Agenzia Media Survival Flickr CC

Quando la notizia della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti ha raggiunto i militanti che si battono a favore del clima, riuniti per i colloqui annuali COP22 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Marrakech, hanno reagito così:

“Se da un lato l’elezione alla Casa Bianca di qualcuno che si oppone al cambiamento climatico dà un segnale sbagliato a livello globale, dall’altro i militanti per la giustizia climatica – la Comunità dei nativi americani, la gente di colore, gli operai – ovvero coloro che in questo momento si battono per la difesa dei diritti idrici in Dakota, sono il vero cuore pulsante del movimento per il cambiamento. Si stanno adoperando per spingere l’industria dei combustibili fossili a disinvestire per mettere fine all’inquinamento da petrolio; sostengono le loro comunità, che stanno perdendo case e mezzi di sussistenza a causa delle condizioni meteorologiche estreme che devastano il territorio, e sviluppano fonti di energia rinnovabile. Ma tutti noi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, rafforzarci e rimanere a fianco di coloro che sono impegnati in prima linea contro l’ingiustizia climatica in patria e all’estero. In assenza di una leadership del nostro governo, la comunità internazionale deve unirsi e raddoppiare gli sforzi per impedire il disastro climatico” ha detto Jesse Bragg, per la Corporate Accountability International che ha sede a Boston.

“Per le comunità del Sud del mondo, la scelta dei cittadini statunitensi di eleggere Donald Trump sembra una condanna a morte. Già stiamo soffrendo per gli effetti dei cambiamenti climatici, dopo anni di inazione da parte dei Paesi ricchi come gli Stati Uniti, e ora abbiamo anche un folle alla Casa Bianca che nega il cambiamento climatico, va da sé che i progressi relativamente piccoli compiuti finora sono in pericolo. La comunità internazionale non deve permettersi di essere trascinata in una corsa verso il basso. Altri Paesi sviluppati come l’Europa, il Canada, l’Australia e il Giappone devono mantenere le loro promesse di tagli all’inquinamento e aumentare il loro sostegno finanziario alle nostre comunità “, ha detto Wilfred D’Costa del Movimento dei Popoli asiatici per il debito e lo sviluppo.

“L’accordo di Parigi non è stato firmato né ratificato da un Presidente, bensì dagli Stati Uniti stessi. Un uomo solo, soprattutto nel XXI secolo, non dovrebbe avere il potere di impedire a tutti quanti di fare dei progressi a favore del clima come finora è stato fatto e si dovrebbe continuare a fare. È un dato di fatto garantito dal diritto internazionale e, come una questione di sopravvivenza umana, le nazioni del mondo possono, devono e costringeranno gli Stati Uniti a mantenere gli impegni climatici. E saranno le comunità USA a unirsi per prime e battersi a livello locale e statale per le politiche, laddove la politica federale non regna”, ha detto Jean Su del Centro per la diversità biologica che ha sede in California.

“Da giovane donna e per la prima volta elettrice non tollererò il negazionismo di Trump circa le azioni necessarie per la giustizia climatica. Il nostro Paese deve avere un cambiamento adeguato e la giusta transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e voglio essere testimone di questi avvenimenti. I prossimi quattro anni sono fondamentali per riuscire a stare in equilibrio sul sentiero della destra, e l’elezione disastrosa di Trump serve come promemoria solenne del percorso davanti a noi. I giovani e i movimenti per la giustizia climatica, vogliono azioni tangibili in fatto di clima per il bene di tutta la comunità mondiale e per tutte le generazioni future”, ha dichiarato Becky Chung della rete giovanile SustainUS.

 

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