19 Aprile 2024

riconciliazione

Mitrovica, l’eredità traumatica del passato vive nel Kosovo di oggi

A più di vent’anni dalla fine della guerra con la Serbia di Slobodan Milošević, l’ex Provincia Autonoma jugoslava affronta una serie di difficoltà legate alla sua condizione particolare. Il Paese non è riconosciuto all’unanimità dalla comunità internazionale e in particolare dalla vicina Serbia che contesta la sua indipendenza. Mitrovica rappresenta il punto nevralgico delle tensioni e delle contraddizioni che affliggono lo Stato balcanico. Tensione intercomunitaria, nazionalismo e militarizzazione gravano ancora sulla città divisa dal fiume Ibar e impediscono il risanamento delle sue ferite.

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Sud Sudan, laddove i crimini internazionali rimangono impuniti

A gennaio scorso, il Governo del Paese africano ha approvato l’istituzione di una Corte ibrida competente a giudicare i crimini commessi dalle parti in conflitto a partire da dicembre 2013. L’annuncio – accolto con cauto ottimismo dalla comunità internazionale visti i precedenti – non è stato però seguito dai fatti. Ad oggi, della Hybrid Court for South Sudan (HCSS) non vi è ancora la benché minima traccia. E le conseguenze della sua mancata creazione risultano assai rilevanti sia sotto il profilo nazionale che regionale. E le atrocità commesse in Sud Sudan rischiano di non avere colpevoli.

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Repubblica Centrafricana, se la giustizia è affidata ai criminali

L’accordo di Khartoum ha segnato, sotto il profilo formale, la fine della guerra civile iniziata nel 2012 ad opera dei ribelli del gruppo di miliziani della Séléka. Il processo di riconciliazione nazionale sembra però inficiato dal persistente clima di impunità verso i gravi crimini perpetrati dalle parti in lotta, anche perché il sistema giudiziario centrafricano è collassato a causa della crisi. Le istituzioni statali avrebbero in realtà a loro disposizione dei validi strumenti di giustizia transitoria che, forse per ragioni politiche, non sono stati ancora utilizzati appieno.

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Sud Sudan, Ana Taban: arte e musica per dire ‘basta guerra’

Per dire basta alla guerra civile e alle violenze etniche che continuano a dividere il giovane Stato africano, c’è chi ha scelto il linguaggio dell’arte. “Ana Taban”, ovvero “sono stanco”, è il movimento civile nato e diffuso da mesi nella capitale Juba con lo scopo di educare le nuove generazioni alla riconciliazione attraverso eventi artistici. Dai murales agli spettacoli teatrali fino alle canzoni con video diffusi sui social, Ana Taban parla alla gente di perdono, responsablità, impegno attivo, lotta al cieco tribalismo.

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