18 Aprile 2024

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Migranti criminalizzati: cercano protezione ma finiscono in carcere

Detenzione preventiva ed ergastolo per chi scappa da guerre e persecuzioni. Con la crescente esternalizzazione delle frontiere in Europa, chi intenda fare richiesta di protezione internazionale non può che intraprendere pericolose vie illegali di migrazione. Costretti a guidare un gommone, i migranti sono arrestati al loro arrivo. L’accusa è di omicidio colposo. In Grecia, chi guida un’imbarcazione con a bordo passeggeri di Paesi terzi è accusato di traffico di esseri umani. E così, disperati richiedenti asilo si ritrovano spesso condannati a vita. Sentenze pronunciate in mancanza di prove e in violazione del principio dell’equo processo.

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Sulla stessa rotta/Abolish Frontex, al via la prima edizione

L’idea Durante il suo primo anno di attività, il Gruppo Melitea ha partecipato a molte iniziative antirazziste e antidiscriminatorie, entrando

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Migranti, i ritorni favoriti dall’OIM ma segnati da dolore e speranza

Non sempre ce la fanno. Non sempre riescono a raggiungere l’Europa o a sopportare gli abusi e le violenze dei lager libici. Così, molti migranti fanno la scelta del “viaggio di ritorno”. Sono viaggi che rientrano anche nei programmi e fondi a disposizione dell’UE e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. E sono proprio i ritorni dalla Libia quelli più numerosi, rispetto ai reimpatri dai Paesi europei. È il caso, per esempio, del Ghana, dove solo lo scorso anno sono arrivati tre charter con a bordo, ognuno, 150 persone. Che dovranno rifarsi una vita e affrontare lo stigma del fallimento nella comunità.

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Gustamundo, dove l’integrazione passa per lo scambio fra cucine

Dal 2017, nel quartiere romano di Valle Aurelia, Pasquale Compagnone e i suoi collaboratori portano avanti un progetto unico nel suo genere: un ristorante multietnico in cui è possibile assaporare piatti provenienti dalle più disparate parti del mondo. I cuochi sono tutti richiedenti asilo e rifugiati, che qui hanno trovato non solo un’occasione di sviluppo professionale, ma anche e soprattutto un modo originale per creare un legame con la comunità e il territorio locali. Un modo inclusivo, basato sulla curiosità reciproca e sulla valorizzazione delle differenze.

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Agricoltura e stagionalità, viaggio attraverso opportunità e limiti

La globalizzazione dei mercati e la tecnologia agricola ci hanno permesso di abbattere alcuni limiti della nostra dieta, primo tra tutti quello di dipendere dalla stagionalità di frutta e verdura per il loro consumo. Oggi una rapida occhiata ai banchi del supermercato ci mostra quanto ogni prodotto possa essere reperibile in qualsiasi momento dell’anno, qualunque sia la sua origine. Dietro questa disponibilità, tuttavia, l’impatto ambientale dei modi di produzione e dei trasporti, e il costo sociale che essa comporta, ci obbligano a una riflessione più profonda sulla stagionalità e sul suo superamento.

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Fortezza Europa, respingimenti illegali e spietata caccia al migrante

La protezione internazionale è un diritto fondamentale concesso a coloro che fuggono da persecuzioni. In assenza di vie legali di migrazione, le persone sono obbligate a fuggire in modo irregolare. Tale condizione è aggravata da un sistema che mira incessantemente all’esternalizzazione delle frontiere in nome di quel nevrotico ideale che è la Fortezza Europa. Un ideale posto in essere a tutti i confini d’Europa attraverso spietati respingimenti, in terra e in mare. Operazioni violente, disumane e che violano i diritti delle persone e le norme giuridiche internazionali.

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UE-Turchia, il terribile impatto umano di un accordo illegittimo

Espulsioni collettive verso la Turchia previste per chi scappa da Afghanistan, Siria, Somalia, Bangladesh, Pakistan e arriva – via mare – sulle isole greche del Mar Egeo. Questo è quanto è stabilito da una Dichiarazione tra Unione Europea e Turchia del 2016 e una Decisione ministeriale adottata in Grecia a giugno di quest’anno. Una disciplina che non tiene conto della tutela dei diritti umani e delle violazioni perpetrate in Turchia contro i richiedenti asilo, dettagliatamente documentate da un rapporto pubblicato dalla Commissione europea e riportate in questo articolo.

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Rifugiati, per una reale accoglienza educare i cittadini all’empatia

I programmi di integrazione e di inclusione vengono indirizzati principalmente ai migranti. Sarebbe invece necessario educare le popolazioni dei Paesi di accoglienza, fornendo loro un quadro storico e sociale che faccia comprendere le situazioni dalle quali i migranti sono costretti a fuggire. L’attività di ONG e gruppi di attivisti non basta, i Governi dei Paesi ospitanti dovrebbero implementare una comunicazione ufficiale per promuovere un’accoglienza consapevole e attiva, tramite iniziative concrete destinate ai cittadini fin dalle prime età, per prevenire l’indifferenza e l’odio sociale.

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Frontiere USA, quella trappola mortale per migliaia di migranti

L’amministrazione Biden sta facendo i conti con le critiche per la gestione dei migranti al confine meridionale degli States, la più difficile da 21 anni. Mentre sulla Casa Bianca già pesavano le immagini dei migranti presi al laccio dagli agenti di frontiera sulla riva del Rio Grande, si decideva per l’espulsione sommaria ad Haiti di migliaia dei migranti rimasti accampati per giorni, in condizioni al limite della disumanità, sotto al ponte che collega il Messico al Texas. A coprire la faccenda, la trumpiana politica del Titolo 42, che ha già colpito oltre 1 milione di richiedenti asilo negli USA dall’inizio della pandemia.

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L’Europa che fa scudo ai migranti con oltre mille chilometri di muri

Nel Continente che si vuole patria di diritti e libertà, le frontiere tornano protagoniste. Sull’onda della crisi afghana, Atene annuncia il completamento dell’ultima delle barriere anti-migranti, al confine settentrionale con la Turchia. Lituania e Polonia rivelano l’intenzione di serrare i valichi della rotta che passa dalla Bielorussia. La strada per l’Unione che non c’è, per i migranti, è una corsa a ostacoli. E non da oggi. Sbarramenti e recinzioni corrono lungo i confini di mezza Europa e nel nome di una presunta questione sicurezza, riducono gli standard minimi dei diritti umani, al di là e al di qua di ogni barriera.

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