20 Aprile 2024

cambiamento climatico

Crisi climatica, quando le risposte generano più danni che soluzioni

La Nuova Zelanda, e alcune sue aree in particolare, è soggetta a inondazioni dovute a fenomeni climatici estremi e all’aumento del livello del mare. Problemi di tal genere spesso vedono l’implementazione di progetti di adattamento climatico che risolvono la questione a livello tecnico ma espongono le comunità a una vulnerabilità sempre maggiore nel tempo. Un recente studio realizzato da un gruppo di studiosi Maori, Pasifika, Pākehā e tauiwi ha evidenziato come il maladattamento possa aggravare situazioni ambientali e sociali già delicate e ha proposto un nuovo strumento di valutazione dei rischi.

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Fermare il cemento, difendere l’acqua; al via il Climate Social Camp

Il capoluogo torinese ospiterà il CSC, un campeggio internazionale ecologista e anticapitalista nato dal lavoro di diverse realtà associative locali. Per due giorni, nel Parco Artiglieri da Montagna si susseguiranno dibattiti e seminari con interventi di attivisti e associazioni da tutto il mondo. Al centro della discussione ci saranno la crisi idrica e a cementificazione. Voci Globali ha dialogato con gli organizzatori riguardo a diritti sociali, cambiamento climatico e intersezionalità. Oltre ai dibattiti e all’aspetto formativo, poi, ci sarà ampio spazio per riflessioni di natura pratica e politica.

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Migranti climatici, cresce il numero ma manca una tutela giuridica

Il prossimo 28 luglio sarà l’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati. Ciò ci ricorda come l’ambito di applicazione di tale strumento non sia stato ampliato adeguatamente: particolarmente problematica è la situazione di coloro che migrano a causa degli effetti del cambiamento climatico, i quali non ricadono sotto la protezione di tale Convenzione. Emblematico è il caso Teitiota contro Nuova Zelanda, considerato come uno spartiacque, ma che in realtà è stata un’opportunità mancata.

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Siria, dopo il terremoto si fa sempre più grave la crisi alimentare

I movimenti tellurici che a febbraio hanno causato devastazione nel Paese e in Turchia, hanno aggravato una situazione già molto delicata. Il Nord-Ovest del territorio è vittima di una carestia in costante aumento ormai da anni; le Nazioni Unite hanno stimato che a fine 2022 ben il 70% della popolazione della Regione si trovava in condizioni di insicurezza alimentare. Nonostante la gravità della crisi, gli aiuti umanitari e le razioni di alimenti di base continuano a diminuire. In questo modo, un siriano su due non ha accesso a un’alimentazione adeguata per la sopravvivenza.

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Ambiente: estreme le proteste, estrema la repressione dei Governi

Le contestazioni recenti sulle questioni ambientali hanno scatenato un’aspra risposta delle istituzioni. In tutti i Paesi d’Europa e non solo, le pene che si riservano agli attivisti raccontano una propaganda che fa della contestazione un atto violento e vandalico, spostando di fatto l’attenzione alla forma delle manifestazioni dal loro stesso contenuto. La risposta non traduce quest’esigenza e quest’ansia verso il cambiamento climatico in politiche concrete e attente, ma in repressione e impulsi antidemocratici. Dove la legge non fornisce sostegno alla causa, l’appello è alla giustizia.

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India, le ondate di calore inaspriscono povertà e diseguaglianze

Nei mesi di marzo e aprile sono state registrate temperature molto elevate nel subcontinente indiano. Lo studio presentato nell’articolo illustra come i periodi di caldo rovente abbiano, nell’arco degli ultimi decenni, provocato migliaia e migliaia di decessi e ricoveri, e il deterioramento della qualità della vita di milioni di cittadini indiani. A rischio la disponibilità dei prodotti agricoli e dunque l’accesso al cibo, la salute, i posti di lavoro e l’intera economia del Paese. Per contrastare gli effetti devastanti di tali eventi climatici estremi è necessario implementare efficaci piani d’azione.

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Migrazione: Messico, India, Africa; storie di donne che rimangono

Per ogni uomo che emigra, ci sono donne che restano nel Paese di origine. Attendono di ricevere le rimesse dall’estero, a volte per mesi. Fanno da padre e da madre a bambini che devono imparare una nuova quotidianità fatta di assenza della figura paterna. Come raccontato dagli autori del progetto Women Who Stay che documenta l’altra faccia della medaglia della migrazione, le donne si ritrovano spesso a dover comunque lavorare per migliorare la loro condizione, aggravando il carico delle loro responsabilità, o a dover decidere di emigrare per seguire i mariti. Ci vuole coraggio anche a restare.

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Ciclo globale dell’acqua fuori equilibrio, è a rischio la vita umana

La Giornata internazionale dell’acqua compie trent’anni, e non c’è niente da festeggiare. Cambiamento climatico e sfruttamento incontrollato trainano una crisi idrica globale. Già un quarto della popolazione di questo Pianeta non ha accesso ad acqua pulita e sicura, ogni 80 secondi muore un bambino sotto i cinque anni per malattie causate dall’acqua inquinata, e i disastri climatici legati all’acqua si fanno più devastanti ogni anno che passa. E per la fine del decennio toccherà quota 40% lo scarto tra la domanda e la disponibilità dell’oro blu. È tempo di ripensare la gestione dell’acqua come bene comune dell’umanità.

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Crisi climatica, l’impatto sul diritto al cibo e la sicurezza alimentare

L’effetto dell’innalzamento delle temperature e degli eventi meteorologici disastrosi sta interferendo in diverso modo sulla vita di ciascuno. Non è esente da questo impatto la possibilità di godere in modo sicuro e stabile delle risorse alimentari, per intere popolazioni. Nelle dimensioni di accesso, utilizzo e stabilità, essa scarseggia e sovrabbonda in maniera disomogenea nel globo e affligge chi maggiormente già paga lo scotto dei cambiamenti climatici in atto.La fruizione del diritto al cibo richiede un approccio sostenibile soprattutto del sistema alimentare, con strategie che rivedano gli attuali modelli di produzione.

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Solarpunk, un nuovo linguaggio per affrontare la crisi ambientale

Rabbia, violenza, crisi. Dai movimenti che protestano alla comunicazione dei problemi legati ai cambiamenti climatici e alla tutela della sostenibilità, si è levato un alone di negatività che pare ricoprire la questione di irrimediabile condanna. Al punto che la precarietà e la preoccupazione per il futuro del Pianeta ha generato nuove definizioni come l’ecoansia. Voci Globali, in un tentativo di riscrittura della narrazione sull’ambiente, ha raccolto la testimonianza di Silvia Treves e Romina Braggion del movimento Solarpunk, che si propone di andare oltre la critica dello status quo coltivando l’immaginazione e la speranza.

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