24 Aprile 2024

america latina

Haiti, quel lontano miraggio della sicurezza e di una vita normale

La Terra delle alte montagne si sgretola. La perla dei Caraibi è devastata da un rincorrersi di crisi che pare inarrestabile, e per la popolazione, ostaggio a un tempo delle bande armate e di uno Stato fallito, ogni diritto fondamentale non sembra ormai più che un’idea. Fame, colera, disastri naturali. La democrazia in bilico, sempre più sangue che scorre per le strade, e centinaia di migliaia di sfollati. Appena a un passo dalla catastrofe. Ne abbiamo parlato con la direttrice esecutiva di Fondasyon Je Klere, Marie Yolène Gilles. E con il direttore del Centre d’analyse et de recherche en droits de l’homme, Gèdèon Jean.

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Popoli e Terra, quando interessi e clima distruggono le comunità

La storia dei popoli indigeni è attraversata da secoli di invasione, oppressione e violenze. Ma quello che essa ci racconta, e che ancora oggi fotografa, è una realtà in cui l’interesse verso i profitti economici si traduce in espropriazione delle terre ed esili forzati. Il legame che questi popoli hanno con la Terra spesso è minato da apparenti motivazioni di conservazione della biodiversità. Così, vittime dei cambiamenti ambientali ma anche di un falso ambientalismo, le comunità indigene oggi lottano per la propria autodeterminazione e per un posto ai tavoli negoziali per salvare la Terra.

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Brasile, le vittime invisibili di uno Stato che fa guerra alle favelas

A distanza di un anno dal raid di polizia più violento della storia di Rio de Janeiro, le madri e i parenti delle vittime non hanno ancora ottenuto giustizia. Queste persone, non potendosi permettere di cambiare casa, sono obbligate a rimanere nelle favelas, convivendo con la costante paura che altri familiari possano rimanere uccisi in simili operazioni. La violenza della polizia brasiliana non è una novità: secondo i dati, gli omicidi per mano delle forze di pubblica sicurezza sono quasi triplicati tra il 2013 e il 2020. E l’agenda pro armi di Bolsonaro complica ulteriormente la situazione.

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Nicaragua, il Governo Ortega mette fuori legge i gruppi femministi

Dal 2018, il regime di Ortega ha obbligato 267 ONG nicaraguensi a chiudere, dopo averle sottoposte a forti limitazioni. Chi ne paga le conseguenze sono le parti sociali più vulnerabili come donne e giovani LGBTQI che vedono cadere, con le organizzazioni, anche la protezione dei propri diritti. In un Paese in cui sessismo e omofobia dilagano, una grossa parte della popolazione si ritrova scoperta da qualsiasi tutela. Su 13 rifugi destinati a donne e bambini vittime di violenza di genere, solo 3 sono ora attivi ma costretti a operare clandestinamente pur di non abbandonare i loro assistiti.

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Indigeni, 370 mln di persone che vogliono preservare Madre Terra

Sebbene il massacro dei nativi e dei territori da essi abitati continui – spesso alla luce del sole e con l’appoggio degli Stati – oggi in prima linea sono presenti sempre più collettivi, associazioni e movimenti di resistenza, che operano anche attraverso l’arte e la valorizzazione del sapere ancestrale indigeno. Le prospettive indigene, femministe e ambientaliste sono oggi necessarie per ripensare la convivenza sul pianeta. La Casa Comunitaria Itzpapàlotl, collettivo indipendente di arte popolare, cultura indigena e sapere alternativo di Città del Messico, si racconta in un’intervista.

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Ecofemminismo, in difesa della Terra per una nuova umanità

Dominio e profitto rappresentano le fondamenta del sistema socio-economico odierno, ma esistono alternative a questo tipo di oppressione. Sono spesso i movimenti sociali dal basso che mettono in campo tali possibilità, soprattutto quando ad agire e cooperare è chi l’oppressione la subisce. Ambientalismo e femminismo si incontrano in un campo comune di resistenza, attivismo e trasformazione, per i diritti della Terra e per la dignità della vita di tutte e tutti.

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Perù, storia di intrighi politici che ricorda “House of Cards”

Da quando è scoppiato, lo scandalo Odebrecht ha coinvolto diversi Paesi in America Latina portando alla luce una rete di corruzione e tangenti senza precedenti. Anche la classe politica peruviana è stata travolta, molti personaggi un tempo intoccabili, tra cui diversi ex presidenti, sono stati accusati e finiti sotto indagine. Proprio il sistema giudiziario peruviano è sembrato particolarmente efficiente nel portare avanti questa lotta, un aspetto che va ricondotto non solo agli sforzi internazionali, ma anche a una particolare storia nazionale che nasce dalle classi più umili.

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L’ombra di Franco, girano ancora i libri amputati dalla censura

Per lungo tempo la Spagna ha faticato nell’elaborare gli orrori del passato ma, negli ultimi anni, è riuscita ad affrontare alcune delle sue pagine più dolorose. Ciò che pochi sanno è che uno dei retaggi più controversi del franchismo si estende ancora oggi su uno dei mezzi culturali più diffusi: i libri. Molte opere del mondo ispanico infatti, circolano ancora con le amputazioni volute dai censori franchisti. Oggi che l’estrema destra sta guadagnando terreno con propositi che rimandano indietro nel tempo, ripristinare il passato senza filtri appare di fondamentale importanza.

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America Latina, quanto costa alle donne difendere la Terra

Isabel Cristina Zuleta, Berta Isabel Cáceres, Macarena Valdés, sono solo alcuni nomi di attiviste minacciate, abusate o uccise in Sudamerica per aver intrapreso una lotta a difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Solo nel 2017 sono stati assassinati oltre duecento attivisti ambientali, la maggior parte dei quali si trovava proprio nella regione che ospita alcune delle aree naturali più preziose al mondo e da cui dipende la sopravvivenza di molte comunità locali. Occorrerebbe maggiore attenzione, anche a livello internazionale, e soprattutto l’applicazione di leggi che proteggano queste coraggiose figure.

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Brasile, Bolsonaro fa guerra all’ambiente in nome del progresso

Da poco in carica, il neo presidente brasiliano sta già mettendo in pratica le sue preoccupanti politiche in materia ambientale. Ancora prima del suo insediamento, il tasso di deforestazione dell’Amazzonia è tornato a crescere dopo anni di incoraggiante diminuzione, e si teme andrà solo peggiorando. Dalla costruzione di dighe, allo sfruttamento di terreni e sempre meno diritti per gli indigeni, le premesse sono allarmanti. Ma la strada non è spianata, gli ambientalisti brasiliani e internazionali sono infatti sempre più determinati a salvaguardare questa regione, fondamentale per la sopravvivenza di tutto il pianeta.

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