25 Aprile 2024

territori

Clima e giustizia sociale, la leadership delle donne del Sud globale

Una vasta documentazione testimonia che la crisi ambientale grava, in misura maggiore, sulle spalle dei Paesi cosiddetti ‘in via di sviluppo’. Per realizzare un miglioramento delle condizioni climatiche, è necessario un cambiamento di narrativa che possa assicurare maggiore giustizia sociale, lasciando spazio alle categorie tradizionalmente oppresse. Per questo motivo, le prospettive e le azioni di alcune leader femministe, provenienti dal Sud del mondo, vengono sottolineate in questo articolo. Queste donne costituiscono la chiave per un’azione collettiva a favore della giustizia climatica.

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Giovani che resistono: palestinesi e israeliani contro l’apartheid

Le recenti tensioni nella Cisgiordania hanno riportato la questione palestinese al centro dei dibattiti sulla stampa internazionale. A partire dagli anni Novanta, l’espansione delle colonie israeliane e l’aumento della pressione militare hanno causato l’aggravarsi delle condizioni di vita per i palestinesi. Per contro, la risposta della popolazione e delle nuove generazioni offre spunti di analisi rilevanti. Attraverso l’intervista all’attivista palestinese Sami Hussein Huraini dell’associazione Youth of Sumud, Voci Globali riporta uno spaccato della realtà quotidiana nei territori sotto occupazione israeliana.

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Integrazione panafricana imperfetta, manca la volontà dei leader

In occasione dell’Africa Day il 25 maggio e del summit straordinario dell’Unione Africana tenutosi nella Guinea Equatoriale, si rende indispensabile una riflessione sull’urgenza di una reale integrazione continentale. Sebbene l’UA abbia stabilito linee guida condivisibili e ammirevoli, vari Stati membri sono riluttanti a trasferire i poteri necessari agli organi dell’Unione. Eppure, rinunciare a una piccola porzione di autonomia, porterebbe alla coesione interna e a maggiori benefici comuni in ambito politico ed economico, e soprattutto a un migliore posizionamento dell’Africa sullo scacchiere internazionale.

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Africa, Summit dell’UA su diritti umani, conflitti e colpi di Stato

Tra le notizie di questo mese: in Nicaragua, il regime di Ortega ha messo al bando altre 50 ONG. Dall’inizio dell’anno ne sono state chiuse ben 144. La Grande barriera corallina australiana corre il rischio di estinzione. La Corte greca di Samos ha assolto un profugo afghano per la morte del figlio su una barca per migranti. Un gruppo di deputati statunitensi ha chiesto l’avvio di un’indagine sulla morte di Shireen Abu Akleh – giornalista palestinese-americana di Al Jazeera. Il Commisario ONU per i diritti umani Bachelet si è recata, per la prima volta, nella regione cinese dello Xinjiang.

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Violenze inter-comunitarie e islamofobia: l’India di Narendra Modi

La capitale del subcontinente è stata nuovamente teatro di scontri tra indù e musulmani, riaccendendo il dibattito sulla tenuta della democrazia indiana e sul ruolo del nazionalismo indù. Da diversi anni il Governo ha intrapreso un atteggiamento ostile o di aperto scontro con la comunità islamica del Paese. Le motivazioni sono da ricercarsi nella diffusione di dottrine estremiste afferenti alla dottrina dell’Hindutva. La mancanza di equidistanza di fronte agli scontri e le discriminazioni suscitano allarme sulla tenuta dello stato di diritto, anche alla luce di un’opposizione attiva ma estremamente frammentata.

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A rischio il futuro degli insetti, troppi mutamenti nel clima e habitat

Il cambiamento climatico e la perdita degli ambienti naturali nel nome dell’agricoltura intensiva interagiscono tra loro impattando in maniera fortemente negativa sulla biodiversità degli insetti in tutto il mondo. L’effetto pare più marcato nelle regioni tropicali, tuttavia da un punto di vista scientifico sono ancora insufficienti i dati a disposizione, più spesso disponibili per l’emisfero Nord. Capire cosa sta causando il declino degli insetti, preziosi anche per molte colture alimentari, è fondamentale per contrastare questa tendenza e salvaguardare il futuro del pianeta ma anche il nostro.

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La Natura della guerra, conseguenze sull’ambiente in Ucraina

Il conflitto che sta devastando l’Ucraina trascina con sé ripercussioni che affliggono l’ambiente, insieme alla distruzione della vita delle persone e di un intero Paese. Dall’inquinamento di suolo e acque alla fragilità del futuro degli accordi sul clima, molti degli effetti legati alla sostenibilità passano per il rischio radioattivo che coinvolgerebbe un intero Continente. E con la fine degli scontri e degli attacchi, ciò che appare più auspicabile è una visione diversa sulle attività belliche e sul ruolo che tutti i conflitti ricoprono nell’impatto su biodiversità e ambiente e sulla loro tutela.

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Germania, sotto processo i gravi crimini della dittatura gambiana

Tra le notizie di questo mese: Minority Rights Group International denuncia gravi abusi contro gli indigeni Batwa nel Parco Nazionale della RD Congo. Stretta dei Talebani sulla coltivazione del papavero da oppio e sul traffico di droghe. In aumento l’hate speech ai danni dei rom. USA e UE principali responsabili dei danni ecologici globali. Al via le consultazioni nazionali in Guinea per il ritorno alla democrazia. I palestinesi accusano l’UNRWA di aver procrastinato la ricostruzione di Gaza, distrutta dall’aggressione israeliana dello scorso anno.

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Lo Sri Lanka dei Rajapaska sull’orlo del collasso, le fasi della crisi

Da diversi mesi la situazione nella Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka ha raggiunto un livello di emergenza critico. La stagnazione economica dovuta alla gestione fallimentare delle finanze del Paese da parte della politica locale ha scatenato le proteste della popolazione, che chiede le dimissioni del presidente e della sua cerchia ristretta. Accusata di aver devastato l’economia dell’isola ormai in ginocchio, l’attuale leadership non accenna a farsi da parte, infiammando la protesta nelle strade. Urgente un’incisiva riforma politica e strutturale per favorire la trasparenza e la responsabilizzazione della classe politica.

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I media internazionali abusano dell’eroismo dei giornalisti ucraini

Alik Sardarian, produttore televisivo con esperienza in zone di conflitto, rivela l’irrispettoso trattamento riservato ai giornalisti ucraini da parte degli organi di stampa internazionali, i quali, a caccia di immagini sempre più forti e di impatto, non tutelano la sicurezza dei lavoratori locali, spesso inviati nelle zone di combattimento più pericolose. Quello dei reporter in loco è un lavoro necessario, ma poco riconosciuto dai colleghi stranieri. Esistono però delle norme precise a cui è indispensabile aderire per la sicurezza di tutte le persone coinvolte ed evitare ulteriori vittime.

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