25 Aprile 2024

Diritti umani

“Garantiti” da Dichiarazioni universali, Costituzioni e Convenzioni internazionali, i diritti umani sono invece spesso ignorati, negati e calpestati in ogni angolo del mondo. Condannati all’estinzione se non facciamo niente per preservarli. Destinati a esistere esclusivamente sulla carta ma non nei fatti. Come giornalisti e cittadini attivi non possiamo far finta che vada tutto bene, vogliamo invece sapere e capire cosa accade, e raccontarlo. Idealisti forse, ma anche concreti, lavoriamo nello stesso tempo offline partecipando a conferenze e incontri pubblici, e organizzando corsi e seminari presso scuole e università – ogni volta che ne abbiamo l’opportunità.

I Paesi eurasiatici dove la legge consente l’impunità agli stupratori

Da un rapporto pubblicato da Equality Now, si evince che in Georgia, Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan vigono leggi sullo stupro obsolete e improntate agli stereotipi di genere. In queste nazioni se non si dimostra che la violenza sia avvenuta attraverso l’uso di forza fisica, gli stupratori godono del diritto di impunità o comunque il reato viene trattato come un crimine meno grave. Diverso è il caso dell’Ucraina che, sebbene condividesse questa normativa in passato, oggi è l’unico Paese dell’Eurasia ad essersi adeguato agli standard internazionali sui diritti umani, modificando la definizione di stupro.

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“Quando il Ghana approverà la legge anti LGBTQI, sarò arrestata”

La proposta di legge anti LGBTQI del Ghana (di chiara ispirazione coloniale) rischia di essere una delle più omofobiche e transfobiche al mondo. Angel Maxine, la prima musicista ghanese apertamente transgender ne mette in evidenza le ipocrisie attraverso un video musicale pubblicato su YouTube poco dopo che il disegno di legge era trapelato online nell’estate 2021. Fortemente voluta da forze interne, ma anche esterne al Paese, la legge prevede l’incarcerazione fino a cinque o dieci anni per le persone queer, ma anche per chi le frequenta o ne difende i diritti, la “terapia di conversione” e il “dovere di denunciare”.

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Pena di morte, un’altalena di recrudescenza e timidi passi avanti

Non si fermano le impiccagioni dei dissidenti nella terra degli ayatollah, che da 43 anni segna il più alto tasso di esecuzioni pro capite al mondo. Intanto, il boia ha molto da fare anche altrove. Dalla Cina agli Usa, dall’Arabia Saudita al Giappone. Nel 2021 almeno 2052 sentenze di morte in 55 Stati e 579 esecuzioni in 18 Paesi. Non è andata meglio nel 2022. Seppur spaventosamente prolifica, quella dei Paesi che conservano la pena capitale resta una minoranza a fronte degli oltre due terzi del mondo ormai abolizionisti. Ne abbiamo parlato con Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia.

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Afghanistan, il patriarcato e la rivoluzione solitaria delle donne

È apartheid di genere nella terra dei pasthun. I talebani sono tornati a fare i talebani, e le donne non hanno più volto e né diritti nel crocevia d’Asia riconsegnato al fondamentalismo. Contro le politiche misogine del regime si è scagliata l’indignazione della comunità internazionale. Si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà alle afghane. Loro, intanto, resistono. Da sole. Su Voci Globali, le testimonianze delle attiviste di Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan, Associazione di Solidarietà Donne per le Donne e Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane.

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Migrazioni e torture, binomio di una società disumana e violenta

Negli ultimi anni, lo spostamento forzato di milioni di persone è divenuto sempre più frequente e pericoloso. Solitamente causato dal sovrasfruttamento delle risorse, dal cambiamento climatico e dalle politiche aggressive del Nord globale, tale fenomeno è spesso sinonimo di violenze e abusi. Voci Globali ha raccolto la testimonianza del docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Fabio Perocco che ha curato una raccolta dedicata a questo tema. Raccogliendo ricerche condotte da specialisti, il libro documenta le gravi violazioni dei diritti umani che vengono perpetrate in ogni tappa del viaggio migratorio.

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Segregazione scolastica: quando muore il senso di scuola pubblica

Creare un sistema educativo pubblico che seleziona i suoi alunni in base alla cittadinanza è distorsivo della realtà sociale multietnica e contrario alla missione pubblica della formazione scolastica. Eppure, per una serie di fattori, proprio questo fenomeno si sta radicando in quelle aree nazionali in cui c’è una maggiore presenza di bambini e ragazzi stranieri. La tendenza a creare ambienti omogenei, scegliendo di iscrivere i figli in scuole con studenti soprattutto italiani, è un fenomeno sociologico studiato: “white flight“, esodo dei bianchi. Perché si rischia di impoverire il percorso di crescita dei bambini e svilire la missione dell’insegnamento.

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Migrazioni, le “nuove” politiche UE che ricalcano vecchie misure

A 22 anni dalla proclamazione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti, il contesto geopolitico attuale sembra ulteriormente allontanare un effettivo rispetto dei diritti umani delle persone in movimento. In attesa di convergere su un Quadro strutturale sull’asilo, la Commissione europea propone un Piano d’azione operativo sul Mediterraneo centrale che punta ancora sull’esternalizzazione delle frontiere. Approfondiamo i pilastri di questa bozza con l’aiuto della giornalista Nancy Porsia, di Giulia Tranchina, avvocata di HRW, e della ricercatrice della CLEDU Alessandra Sciurba.

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Le donne vanno in guerra ma vengono escluse dai processi di pace

Nel 2000 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità la Risoluzione 1325 sull’impatto che le guerre hanno sulle donne e il loro contributo alla risoluzione dei conflitti armati. Ciononostante, sono numerosi i conflitti svoltisi negli ultimi vent’anni che hanno visto le donne ricoprire ruoli sia sulla linea del fuoco che apicali o ausiliari per poi ritrovarsi escluse dalla ricostruzione nella fase post-bellica. La piena partecipazione delle donne ai vari step del processo di pace è indispensabile per una società funzionale che tenga conto delle differenze di genere.

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Qatar oltre i Mondiali: no ai diritti, alleanze scomode, accordi sul gas

Tra alleanze esclusive con i talebani, amicizie strategiche con Iran e Turchia, accordi per le forniture di gas e profonde ombre su un ampio spettro di diritti umani e civili, l’emirato qatarino è al centro della scena globale. I campionati di calcio hanno acceso i riflettori su un piccolo Stato che ha molto da mostrare oltre a stadi scintillanti e tifosi in festa. Donne senza libertà, lavoratori schiavizzati e blogger incarcerati per aver espresso i propri pensieri sono soltanto alcune vittime di un sistema di potere opprimente. Con la solita complicità delle grandi potenze affamate di risorse.

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Crollato il tabù nucleare, minaccia che incombe sulla storia umana

Torna a soffiare pesante il vento nucleare. Sul tavolo del grande gioco della geopolitica, la bomba atomica è ancora la carta che decide le crisi internazionali. Nel gran discutersi di bluff e dottrine strategiche, è rumorosissimo il silenzio sulla questione umanitaria. Intanto, l’Orologio dell’Apocalisse segna 100 secondi alla mezzanotte. Ne abbiamo parlato con la direttrice del Centro interdisciplinare Scienze per la Pace, Enza Pellecchia; con il presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli; con il presidente di Senzatomica, Daniele Santi; e con il giornalista di affari internazionali, Ugo Tramballi.

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