16 Aprile 2024

Libia, passa dai blogger la voglia di capire e di cambiare

La blogsfera libica non smette di dire la sua su un Paese da tempo sotto l’occhio dei media internazionali. Sono soprattutto i giovani le voci più presenti navigando in Rete, tanto che anche l’Unione Europea ha sostenuto una piattaforma dove i libici possono postare i loro pezzi e le loro riflessioni, creando così, contemporaneamente, una rete di blogger a livello internazionale.

Si chiama libyablog, è in arabo, è coordinata da France24Observers e RFI Media Workshop e ospita già molti interventi da parte dei blogger che partecipano alla community, diversi dei quali hanno per argomento i diritti umani. Un ambiente decisamente “aperto”, tanto da ospitare anche alcuni video tutorial con indicazioni su come creare un blog, come trovare le immagini da inserire nei post, come includere i video e utilizzare il servizio Sound Cloud e persino un sintetico vademecum in dieci punti su come migliorare il proprio stile di scrittura.

Nessuno stupore: la blogsfera libica si è sempre mostrata molto vitale, tanto che su All Lybian Blogs si trovano aggregati ad oggi parecchi blog libici o riferiti alla Libia, indicizzati in inglese o in arabo. I blogger del resto non hanno mai smesso di esprimersi neanche nel periodo della rivoluzione contro Gheddafi: in Rete è possibile vedere il bel documentario di Stephane Bentura prodotto da TAC Presse Libia: il blogger e il dittatore che ha per protagonista Mohammed Nabbous, il fondatore di Lybia AlHurra tv (Libia libera tv), prima stazione televisiva privata nell’area, che trasmetteva su Internet.

Il giovane Nabbous, soprannominato “Mo”, riuscì ad aggirare la censura ufficiale del regime di Gheddafi ma fu ucciso dalle forze fedeli al dittatore libico, a Bengasi. Un giovane volto della rivoluzione libica, quello raccontato nel documentario. Mo, peraltro, fu uno dei primi a rispondere alle domande dei giornalisti occidentali, appena Bengasi fu liberata dalle forze del regime. “Non ho paura di morire – disse – ho paura di perdere la battaglia”, furono le sue prime parole a caldo.

Oggi la blogsfera libica è naturalmente un laboratorio di idee sulle trasformazioni sociali che stanno attraversando il Paese: i giovani attivisti  ne sono gli interpreti più convinti, incarnando uno spirito costruttivo che si interroga sulla direzione da prendere per crescere e impiegare le migliori energie a favore del cambiamento da molti sperato.

Il poco più che ventenne Mohamed Hammuda, per esempio, nel settembre 2011 è stato fra i fondatori di H20, un’Organizzazione nata per promuovere campagne indirizzate ad accrescere il livello di consapevolezza e partecipazione nel periodo di transizione politica e democratica.

Al centro di un altro blog molto interessante è la parità di genere: Project Silphium, è un progetto che ospita articoli sia in inglese che in arabo, teso a sensibilizzare le donne sui loro diritti nella società libica, accrescere la loro importanza all’interno della comunità e fare luce sui problemi e le sfide future. Uno spazio virtuale che intende radunare molte storie e punti di vista di uomini e donne da tutto il Paese, invitando gli utenti a condividere i propri post e messaggi.

Come e se cambierà la vita delle donne in Libia? Secondo il regista Khalifa Abo Khraisse, neppure la nuova Costituzione porterà a significative trasformazioni. “Mi ricordo – scrive il regista – che nel 2013 un gruppo di donne coraggiose organizzò una manifestazione a Tripoli per chiedere diritti e protestare contro la violenza e il sessismo della società. È stato il primo e ultimo tentativo di questo genere in Libia”. Project Silphium cerca in ogni caso di rispondere alla domanda seguendo le possibili evoluzioni.

Uno spaccato della città di Bengazi arriva invece dal blog “Wake Up Benghazi“, ideato da un architetto che scrive post su diversi argomenti sociali, con pezzi impreziositi da bei grafici. Esclusivamente in lingua inglese – con base a Londra – è infine il blog Arab Millennial che, pur trattando la politica araba nel suo complesso, mantiene un’attenzione particolare sulla Libia, in particolare nel dopo rivoluzione. Da tenere d’occhio anche la sezione Infografica.

Elena Paparelli

Giornalista freelance, lavora attualmente in Rai. Ha pubblicato tra gli altri i libri “Technovintage-Storia romantica degli strumenti di comunicazione” e “Favole per (quasi) adulti dal mondo animale”.

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