24 Aprile 2024

TwLetteratura, quando ti riscrivo un classico in 140 caratteri

Saprebbe scrivere un romanzo di una sola riga?”, chiese un giornalista a Stephen King. E la risposta fu: “L’ultimo uomo rimasto sulla Terra è chiuso nella sua stanza. Bussano”. Ecco. Non è difficile immaginare il prolifico scrittore statunitense affrontare senza imbarazzo (e con esiti fulminanti) la scrittura stretta in 140 caratteri di Twitter.

Anche i ragazzi nativi digitali si destreggiano con grande disinvoltura fra i cinguettii della Rete.

Ma qual è il livello di efficacia dei loro messaggi formato mignon? Forse in qualcuno di loro spunta ogni tanto qualche novello Stephen King. In ogni caso, l’allenamento alla sintesi e al pensiero veloce è oggi richiesto a tutti. E perché allora non fare degli esperimenti di riscrittura di grandi classici della letteratura, in forma collettiva, e con frasi di 140 caratteri?

L’idea è venuta al team di TwLetteratura, il cui progetto è ben sintetizzato nel seguente video, che si è aperto alle scuole per stimolare la creatività dei giovani e giovanissimi “ri-scrittori”.

Sono già tre anni che TwLetteratura è impegnata a creare community di penne abili a raccontare brevemente, e le scuole sembrano aver risposto favorevolmente all’iniziativa.

A Iuri Moscardi, project manager del progetto, abbiamo chiesto di parlarcene. Iniziando però a domandare lumi sul romanzo in una riga pensato dall’autore de “La metà oscura”, o “Chi perde paga”.

Iuri, in 140 caratteri, sai dirci chi è che bussa alla porta?
Era la sua coscienza? Un incubo da cui voleva svegliarsi? O il fattorino di Pizza Hut, capace di raggiungerti ovunque?

Come si concilia la scrittura argomentativa con il progetto di TwLetteratura?
La sfida della TwLetteratura è quella con la sintesi dei 140 caratteri che, a discapito di quanto potrebbe sembrare, riescono a stimolare – invece che a reprimere – la creatività dei nostri riscrittori. La scrittura argomentativa non ne risulta quindi penalizzata: anzi, analisi e dibattiti sono da sempre frequenti negli scambi di tweet tra i partecipanti agli esperimenti di TwLetteratura.

Cultura digitale e scuole: in che modo nella vostra esperienza si è creata una nuova dinamica fra cittadinanza, letteratura e territorio?
Riscrivere un testo su Twitter stimola a impossessarsene: possiamo dire che la lettura si fa più approfondita e mira a cogliere anche ciò che solitamente di un testo non si nota subito. Il legame tra letteratura, cittadinanza e territorio si è fatto più stretto non solo in occasione di progetti specifici (#TwLussu ma anche #Formiche) ma anche a un livello più generale, quasi come un richiamo all’azione stimolato dalla lettura che si riversa in una maggiore attenzione verso il proprio tempo.

Che tipo di difficoltà incontrano i ragazzi di oggi nel rapportarsi alla letteratura ripensandola in forma breve?
La difficoltà maggiore che incontrano è proprio quella con la sintesi. Cosa scrivere? Come? Ma gli insegnanti, che solitamente sono utenti di Twitter che hanno partecipato in passato ai nostri giochi, affiancano i ragazzi in questa fase iniziale e li aiutano a rompere il ghiaccio e lanciarsi, mostrando loro quanto può essere divertente imparare “twittando”.

140 caratteri è un limite molto stretto. Quali tecniche di scritture vi sentite di suggerire per elaborare pensieri brevi più efficaci?
I tweet possono essere riassunti o parafrasi, ma la sintesi è anche uno stimolo alla creatività. Suggeriamo di non pensare che un tweet breve debba limitarsi a condensare un contenuto: i rifacimenti, magari adottando il punto di vista di uno o più personaggi, danno esiti molto efficaci. Così come l’accostamento a foto, video, musica o il paragone tra libro e realtà. Senza dimenticare l’utile esercizio di un tweet in lingua straniera.

Ci sono classici che più di altri si prestano ad essere riveduti in formato Twitter? Che caratteristiche devono avere?
Dal 2012 a oggi abbiamo sperimentato il metodo con libri diversissimi tra loro. Non c’è una caratteristica particolare che un libro deve per forza avere; l’unico dettaglio vincente sta nella forza del libro di riuscire a catturare i suoi lettori.

Scrivere breve richiede spesso molto tempo. Nei vostri esperimenti di scrittura, quale è il rapporto che avete riscontrato fra scrittori più o meno giovani e tempo di scrittura?
Questo è vero, per scrivere sinteticamente si impiega tempo. I nostri riscrittori più giovani lo sperimentano subito, messi alla prova di un tweet; ma altrettanto rapidamente superano l’impasse. Con una velocità inversamente proporzionale all’aumentare dell’età: alunni di primarie e elementari ci stupiscono con la freschezza immediata dei loro pensieri.

Donald Murray dice che “la brevità viene dalla selezione, non dalla compressione”. Ma Twitter non è fondato sulla compressione?
Crediamo di no: comprimere un’idea non significa esprimerla meglio; anzi, spesso è il contrario. Crediamo invece che esprimersi e discutere su Twitter richieda attenzione e capacità di selezione delle parole, oltre a una certa inventiva compositiva.

Elena Paparelli

Giornalista freelance, lavora attualmente in Rai. Ha pubblicato tra gli altri i libri “Technovintage-Storia romantica degli strumenti di comunicazione” e “Favole per (quasi) adulti dal mondo animale”.

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