25 Aprile 2024

L’Africa giudica i suoi criminali di Stato

 

Un processo storico quello avviato dalle Camere Africane Straordinarie in Senegal nei confronti dell’ex dittatore chadiano, Hissène Habrè.

Storico perché, per la prima volta, un processo del genere, a un ex capo di Stato africano accusato di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e tortura, si svolge nel continente africano. Di più: le Camere Africane Straordinarie sono state volute e formate a seguito di un accordo tra l’Unione Africana e il Senegal proprio per giudicare Habrè e il suo regime sanguinario, accusato di 40.000 omicidi dal 1982 al 1990. Senza contare le migliaia e migliaia di cittadini sottoposti a tortura o imprigionati senza motivo.

Venticinque anni di attesa per le vittime ma è grazie alla loro costanza e determinazione se questo processo sta avendo luogo. E sta avendo luogo in Africa. Un vera e propria pietra miliare sia per il sistema giudiziario africano e internazionale sia per il messaggio legato a questo evento. L’Africa non ha bisogno di Tribunali internazionali per fare giustizia e condannare i peggiori crimini e chi li ha commessi, compresi i capi di Stato.

Il processo, cominciato il 20 luglio, è stato aggiornato al 7 settembre. Come è ovvio l’attenzione è altissima e le Camere Africane Straordinarie hanno assicurato una copertura mediatica molto attenta e curata. Sul sito sono consultabili documenti, comunicati, testimonianze e anche i video delle udienze.

Sul sito di Human Rights Watch, invece, è possibile leggere la ricostruzione del caso, una serie di report e le sequenze temporali degli eventi che hanno portato alla detenzione e al processo.

Antonella Sinopoli

Giornalista professionista. Per anni redattore e responsabile di sede all'AdnKronos. Scrive di Africa anche su Nigrizia, Valigia Blu, Ghanaway, e all'occasione su altre riviste specializzate. Si interessa e scrive di questioni che riguardano il continente africano, di diritti umani, questioni sociali, letteratura e poesia africana. Ha viaggiato molto prima di fermarsi in Ghana e decidere di ripartire da lì. Ma continua ad esplorare, in uno stato di celata, perenne inquietudine. Direttore responsabile di Voci Globali. Fondatrice del progetto AfroWomenPoetry. Co-fondatrice e coordinatrice del progetto OneGlobalVoice, Uniti e Unici nel valore della diversità.

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